Se non fosse il risultato di anni di inchieste giornalistiche, interviste e lavoro di ricerca e documentazione, il nuovo libro di Franco Fracassi, “The Italy project”, scritto da Franco Fracassi insieme a Paola Pentimella Testa, potrebbe sembrare un romanzo di spionaggio alla John Le Carrè. Tanti sono gli intrighi che vi si intrecciano, la vastità del tempo in cui si articolano le vicende e gli scenari che ne sono protagonisti: dall'Italia del 1943 alla Jugoslavia degli anni '90, da Capaci all'Afghanistan, passando per la Siria e la nascita del fondamentalismo islamico.
“Gli Stati Uniti ritengono che il paese più importante del mondo per la loro politica estera sia l'Italia”, ha argomentato Fracassi nel corso dell'intervista, “quindi il nostro Paese deve essere gestito per favorire la politica estera statunitense. Il libro parla di 80 anni di storia italiana, ma in realtà si parla di 80 anni di storia internazionale. Vi è il decennio di guerre nella ex-Jugoslavia, la guerra civile in Albania, la guerra in Afghanistan, in Siria, in Somalia. Tutte queste vicende hanno avuto l'Italia come epicentro e l'accordo siglato nel nostro Paese nel 1943 ha garantito che tutto questo potesse avvenire. Senza quell'accordo il mondo per come lo conosciamo oggi non esisterebbe”.
Il volume di conclude con l'intervista al colonnello dei Carabinieri Michele Riccio, uomo di Stato che nel 1995 aveva scoperto il luogo in cui si nascondeva Bernardo Provenzano che poi però non fu catturato, evidentemente perché volontà occulte ne avevano impedito l'arresto.
“Il colonnello Riccio è uno di quei servitori dello Stato che hanno onorato questo Paese. Ha collaborato con Dalla Chiesa, poi lo hanno voluto Falcone e Borsellino. Lui è stato un vero investigatore e ha in parte intrecciato la storia che raccontiamo nel libro”. Ha concluso Fracassi.