Non è mai didascalica, la Szymborska; non dice come vivere, ma mostra piuttosto com’è la vita, con incanto e stupore. Una vita, la sua come quella di ciascuno di noi, che è “un caso inconcepibile”, una “pausa nell’infinito”, preceduta e seguita da ere ed ere di assenza.
Sotto la penna della Szymborska il vecchio topos del "theatrum mundi" assume i tratti di una recita a soggetto: l’esistenza è uno spettacolo senza prove, un’incessante improvvisazione, “una vita all’istante” come nella poesia scelta e letta da Maria Teresa Valvo.