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L'esercito ucraino, dopo aver bloccato l'avanzata dei russi su tutti i fronti, sta portando avanti un'offensiva verso Kherson per liberare la Crimea.

Putin ha perso il controllo della situazione sia sul campo che all'interno, dove la scia di "suicidi" e attentati mette a nudo la guerra tra bande che si contendono i brandelli di un potere sempre più debole.

Il blocco delle forniture di gas in Europa e le subdole manipolazioni sul quel simulacro di mercato chiamato TTF, rappresentano le ultime mosse diperate di un despota che sente il terreno franargli sotto i piedi.

I leader dell'Unione Europea, ad esclusione del solito Orban, dopo mesi di indecisioni e vigliaccherie hanno deciso di adottare l'unica misura capace di piegare il regime mafioso: il tetto al prezzo del gas importato dalla Russia.

Allo stesso tempo a livello di G7 è stato approvata l'analoga misura sul prezzo del petrolio russo che per le finanze pubbliche della Russia sono ancora più importanti.

Finalmente i paesi della Nato e il Giappone sono intenzionati seriamente a far pagare a Putin le conseguenze della guerra senza ulteriori tentennamenti o ambiguità (in cui i tedeschi sono stati invischiati).

Si annunciano due o tre mesi difficili, ma se agli ucraini verranno consegnate tutte le armi promesse, l'esito della guerra è scontato. La sfida sul gas sarà la sfiga di Putin.

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