Lo sfondo appena accennato dei "mangiatori di civette" è composto da alberi e campi che con le loro tonalità di verde si dispongono sulla collina, in un'aria sgombra e chiara. In quest'area appartata del vicentino lo scrittore colloca, quasi per successive monografie o variazioni sul tema, la vicenda di Firmino, contadino piccolo proprietario. La sua figura è tratteggiata da Scapin con profonda cordialità, simpatia e con comicità gioiosa. Sospeso tra passato e presente, miracolosamente indenne alle trasformazioni socio-culturali degli ultimi anni, egli si trascina dietro una visione ancestrale del mondo con qualche minima crepa di consapevolezza e ironia.