1006 famiglie torinesi, su 7366 domande totali presentate, possiedono un livello di priorità alto nella graduatoria di assegnazione di una casa popolare. Gli spazi disponibili nel capoluogo però sono sempre meno: al momento sono 1791 gli alloggi vuoti, che tuttavia avrebbero bisogno di ristrutturazioni e solo 429 sono attualmente oggetto di lavori. In questa situazione di emergenza abitativa l’ASGI, associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione, ha evidenziato alcune procedure discriminative nell’accesso alle case popolari. Con due provvedimenti il Tribunale di Torino ha accertato il carattere discriminatorio di alcune delle norme della Regione Piemonte, introdotte nel 2024, che regolano l'accesso all'edilizia residenziale pubblica (ERP), rinviando in parte la questione alla Corte Costituzionale e, nel contempo, ordinando la consegna immediata della casa ad una cittadina straniera illegittimamente esclusa. Alla donna era stata infatti revocata l'assegnazione di un alloggio pubblico unicamente perché non svolgeva un'attività lavorativa al momento della consegna delle chiavi. La sentenza comporta che anche gli altri stranieri lungo-soggiornanti cancellati dalla graduatoria per il medesimo motivo (cioè la condizione di disoccupati) potranno far valere, con ulteriori ricorsi individuali, il loro diritto a essere riammessi. A supportare l'iniziativa di ASGI anche Alice Ravinale di Avs che ai nostri microfoni ha fatto un sunto più ampio sulla questione.