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É da poco trascorso il trentennale dalla prima pubblicazione del Rapporto Ecomafie, la relazione curata da Legambiente che tiene traccia dei reati ambientali. In occasione della ricorrenza, si è svolta a Roma a conferenza nazionale “Ambiente e legalità: insieme per il futuro” promossa da Legambiente e Arma dei Carabinieri dove è stato presentato il 30° rapporto: dai dati presentati è emerso come in tre decenni le ecomafie hanno compiuto un attacco costante e incessante all’ambiente. Una media - dal 1992 al 2023 - di 79,7 reati al giorno, 3,3 ogni ora, uno ogni 18 minuti. Un ritmo impressionante contrassegnato anche da 727.771 persone denunciate e 224.485 i sequestri.  La Campania ha il primato della classifica nazionale, mentre per quanto riguarda il Nord è la Lombardia ad essere la prima nella classifica degli ecoreati. Tra gli illeciti ambientali prevale il ciclo illegale del cemento, 13.008 reati, con un aumento del +6,5% ma preoccupa il pressing dei reati nel ciclo dei rifiuti, 9.309, che segnano un +66,1%.  Al terzo posto i reati contro gli animali. Cresce anche l’aggressione al patrimonio culturale e gli illeciti nelle filiere agroalimentari, a cominciare dal caporalato. Ai nostri microfoni Enrico Fontana, responsabile nazionale del rapporto ecomafie di legambiente e dell’osservatorio ambiente e legalità, ci illustra la situazione piemontese