Si è conclusa ieri con la presentazione dei dati osservati, la tappa piemontese de La Carovana dei ghiacciai, campagna nazionale di Legambiente in collaborazione con CIPRA Italia e con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano. Osservato speciale il fronte sud del Monte Rosa e, in particolare, il ghiacciaio Flua, dichiarato estinto nel 2017. Se solo a metà dell’Ottocento il ghiacciaio presentava una superficie di 80 ettari, oggi si presenta come un mare di rocce e detriti, dal quale si intravedono piccoli cumuli nevosi frutto delle nevicate primaverili e il vuoto lasciato dai ghiacciai inizia a essere riempito da piante e insetti che vanno a costituire un nuovo ecosistema. A pesare sullo stato di salute dei ghiacciai è la crisi climatica: le alte temperature che la caratterizzano mettono in sofferenza anche i ghiacciai posti nelle zone superiori ai 3500 metri. Con lo zero termico a quote sempre più elevate, diminuisce l'accumulo di neve e si osserva una costante perdita di massa glaciale. Negli ultimi anni, si verifica una fusione pluricentrimetrica del ghiaccio anche a quote intorno ai 3500 m s.l.m. Ne ha parlato ai nostri microfoni Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di CIPRA Italia