Listen

Description

La formula dopo il plenum: Sviluppo tecnologico, rafforzamento del mercato interno e stabilità politica

  Il “consenso del 1992” ha permesso la convivenza contraddittoria del regime di Taipei e di quello di Pechino nel principio irrisolto ma riconosciuto da tutti di “una sola Cina”, finché la contesa a livello di maxipotenze sull’Indopacifico non ha cominciato a far scricchiolare l’equilibrio. Stavolta tocca al rinfocolato nazionalismo dell’arcipelago nipponico il compito di contrapporsi alla possibile escalation in concomitanza del centenario del Pla, l’esercito popolare dei lavoratori e del riarmo di Taiwan che ha promesso a Trump di investire in armi americane 40 miliardi. L’avvento della fanatica revisionista Takaichi Sanae aiuta Trump a spartirsi con Xi aree di influenza: The Donald mette il guinzaglio alla scalpitante neopremier di Tokyo e Xi benedice i punti del piano americano in Ucraina, un accordo probabilmente accennato a Busan e poi sancito durante la telefonata tra Xi e Trump di qualche giorno fa. Si può immaginare che sui vari piatti si trovino Ucraina, Medio Oriente, Taiwan a sancire le sfere di influenza delle grandi potenze? Di questo abbiamo parlato con Lorenzo Lamperti, sinologo di stanza a Taipei, allargando il discorso alla cooperazione energetica sino-russa, che vede Pechino avvalersi di gas e petrolio a un prezzo quasi dimezzato rispetto a quello che pagava l’Europa; inoltre a livello interno si è svolto poco tempo fa l’insolito Plenum economico, che ha visto il compiersi anche di nuove epurazioni a sancire un controllo ancora più stretto di Xi sul Partito e sul paese, impostando le priorità a sviluppo di alta qualità, autosufficienza tecnologica e sicurezza economica nel rafforzamento del mercato interno e della stabilità politica