La fonte è incentrata sulla figura biblica di Iefte, analizzando come fu un uomo inizialmente rifiutato e squalificato dagli uomini a causa delle sue umili origini, ma potentemente scelto da Dio come condottiero. Viene utilizzata la storia di Iefte per sviluppare il tema secondo cui Dio opera attraverso persone imperfette e svantaggiate, ribaltando il giudizio umano. Il messaggio teologico principale è che Dio non cerca uomini e donne perfetti, ma piuttosto individui disponibili, dimostrando che Egli usa ciò che il mondo scarta, un concetto illustrato anche attraverso gli esempi di Mosè, Giuseppe e l'apostolo Paolo. Viene sottolineato che la discendenza familiare, gli errori personali o il passato non possono condizionare la chiamata divina, poiché Dio cerca disponibilità, non perfezione. Infine, la riflessione evidenzia l'immutabilità della chiamata divina, affermando che la volontà del Signore si adempie sempre, indipendentemente dagli ostacoli o dalle opinioni altrui.