Rieccoci Stupefan! La guerra alle porte dell’Europa orientale ci impone, da un lato, un inizio episodio leggero sulla latitanza della Corte Costituzionale e del Parlamento, ma dall’altro, una riflessione sull’autoritarismo russo, riscontrabile, come sempre, nelle politiche governative su stupefacenti e consumatori intraprese negli ultimi decenni. Non solo, neanche il nazionalismo perseguito da Putin può nulla contro il traffico internazionale di droghe, né può il rigore morale imposto alla cittadinanza sulla volontà di consumarle. Vi racconteremo come il proibizionismo sovranista cerchi di combattere il mercato nero, senza progetti di riduzione del danno e con la corruzione che dilaga tra i funzionari delle forze dell’ordine e delle agenzie antidroga. È così, senza strumenti, o meglio con quelli sbagliati, che la Russia si ritrova a gestire il transito di 1/3 dell’eroina prodotta in Afghanistan e l’impatto di altre sostanze devastanti, come il Krokodil. Ma se le persone affette da dipendenza vengono chiuse in strutture che sembrano cliniche psichiatriche di inizio ‘900, una sorte non meno difficile tocca agli atleti olimpici russi, costretti già da adolescenti ad adeguarsi a programmi di doping di Stato e a rappresentare la superiorità sportiva della Russia anche a costo di rimetterci la salute psicofisica.
La vita dei suoi cittadini conta davvero qualcosa per il presidente Putin?
Capiamolo insieme, cliccate play!
Note dell’episodio:
- La lotta della Russia contro la droga: https://bit.ly/3ImmBRo
- La droga e in nazionalismo: https://www.brookings.edu/wp-content/uploads/2016/07/galeotti-russia-final.pdf
- Il caso Russia alle olimpiadi di Pechino: https://bit.ly/3t7VRxz
- Il Doping di stato: https://it.wikipedia.org/wiki/Doping_di_Stato_in_Russia#Le_iniziative_del_CIO
- Il sito di Meglio Legale: https://megliolegale.it
- La playlist Spotify di Stupefatti: https://spoti.fi/3vh3D8Z
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