Omaggio alle donne della guerra. Puntata di Parole Sante, in onda su Regional Radio la domenica alle 9,10 il lunedì e il sabato alle 9.00.
LA GUERRA DELLE DONNE - Omaggio alle donne
Sono donne …
Apparentemente ancora bambine con bambini in braccio, presi per mano o spinti nei loro passeggini. Scappano. Spesso sole o sostenendo anche madri e nonne. Scappano via. Sole. Senza i loro uomini. Sono le donne ucraine in fuga, di oggi.
Altre sono in attesa che l’orrore finisca. Proteggono loro e i loro figli negli scantinati dei palazzi, spesso quelli dei vicini, degli alberghi, delle chiese o della metropolitana, dove c’è. La paura colora i loro occhi che si confondono con l’abbozzo di uno stentato sorriso, per tranquillizzare le loro creature. È duro sorridere per rasserenare, quando hai la morte nel cuore. Loro ci riescono. Sono le giovani donne ucraine di oggi.
Sono donne …
Sono anziane, hanno già conosciuto l’orrore della guerra. Vorrebbero correre, ma il corpo appesantito dall’età lo impedisce loro. Conoscono la terrificante lingua parlata dai colpi che perforano i timpani. Una mano tesa in cerca di sostegno all’incedere stanco e faticoso, e nell’altra una busta o un piccolo bagaglio, tutto ciò che resta di una vita, spesso faticosa intrisa di sacrifici e difficoltà. Spesso neanche una foto ricordo che le leghi ai loro affetti, rimaste sotto le macerie. Una vita infranta. Sono le vecchie donne ucraine, di oggi.
Sono donne …
Giovani donne coraggiose e colte che hanno attivato i presidi di resistenza. Da luoghi segreti, in contatto con il mondo via web. Resistere. Resistere alla logica della violenza, di questa e di ogni violenza che nel quotidiano fa scrivere pagine di cronaca nera, di ieri e di oggi. Donne vittime. Donne paladine di ogni giustizia, verità e libertà, in una parola: pace! Sono le giovanissime colte e battagliere donne ucraine, di oggi.
Sono donne …
Una focaccia, un thè caldo, una videochiamata alla mamma e qualche carezza, è stata la risposta delle donne al giovane e spaesato militare russo, caduto nelle loro mani. La risposta delle donne alla cattiveria, parte dal cuore. Dal cuore di mamma, che non fa distinzione su chi potrebbe essergli figlio. Il linguaggio delle donne è quello della passione: l’amore. Sono le mamme ucraine e del mondo, di oggi e di sempre.
Sono donne …
Isolate da ogni comunicazione libera, sono mamme, nonne e sorelle che piangono la morte dei loro “bambini” mandati a combattere, senza sapere dove e perché, e che in un campo di battaglia sono rimasti. Per sempre. Sono russe. Pugnalate dal più terribile dolore, quello di perdere un figlio. La loro rabbia non può superare i confini geografici del loro Paese. Deve restare lì. Deve restare repressa, non ci si può ribellare. Una guerra sulla guerra. Piangono le donne russe. Piangono con rassegnata dignità i loro figli, visti partire e non vederli mai più. Sono le donne russe, avvolte dal silenzio, nel loro dolore. O quelle coraggiose che scendono in piazza a gridare il loro dissenso, pur sapendo di essere silenziate e rinchiuse. Donne coraggio! Di queste piazze e delle tante piazze del mondo nella storia.
Sono donne …
Piangono le mamme siriane, palestinesi, yemenite, afgane e di ogni terra dove la crudeltà di guerre - sempre assurde – strappano loro gli affetti e le condannano a vivere con la morte nel cuore. Sono le donne del mondo che piangono senza ormai nessuna lacrima. Le donne con i figli tra le ginocchia, come quella Donna che duemila anni fa, ha accolto nel suo grembo il corpo morto in croce del figlio. Il Figlio. Quello al quale Lei, ci invita a guardare, invocare e accogliere. Grande Donna. Kaìre Maria. Ave Maria, silenziosamente sussurriamo in questi giorni. Si, solo una mamma può capire. Lei, la trafitta dai 7 dolori. Stabat Mater dolorosa sotto la croce di ogni morte di un figlio, di ogni uomo. Così come queste donne. Grandi donne.
Sono donne …
Le donne del mondo. Loro non sono ammesse nei talk televisivi degli esperti, templi dei maschi. Non hanno voce nel commentare. Loro hanno la spinta del fare. Stanno nelle retrovie, quelle necessarie per non far dimenticare il volto umano degli umani. Loro sono … “speranza”! Si sporcano le mani. Portano pesi ben oltre i 25 chili. Organizzano raccolte, aprono le porte di casa, preparano letti e la mensa.
Loro sono a capo del popolo del bene. Sono la spinta necessaria perché le barbarie non deformino il volto dell’umanità.
Sono il cuore che ama, insegna ad amare, regalando amore. Sono le donne di ogni dove e di ogni tempo.
La guerra delle donne, ha il colore dell’amore!
Viva le donne. Imperitura primavera del genere umano.
Dio vi benedica, donne!
Dio Benedica l’Ucraina e ogni terra in guerra.