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"Oggi sono tre mesi che se n’è andato, sono tre mesi che sto seduto sullo scalino del mio portone. Aspetto. D’altronde la chiama così anche il capufficio: aspettativa. È quello che ti permette di non andare a lavoro se per qualche motivo non puoi andarci, non lo sapevo, l’ho scoperto tre mesi fa: «forse è il caso che si metta in aspettativa» ha detto."



Ieri, alla consueta riunione di redazione, eravamo tutti in attesa. Ci chiedevamo dove fosse, se sarebbe arrivata o meno, e se sì, quando. Poi a un tratto è comparsa: con un cappotto di panno casentino, la nostra Federica Fanelli si è seduta e ci ha detto, spero che non mi abbiate aspettato per iniziare. E invece...



Questo il suo racconto sulle attese e gli scuotimenti che ne possono derivare. Ascoltatene tutti!