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Description

Bloc Notes 27.01.2024


Puntata interamente dedicata a Fabrizio De André.
Attraverso tre brani di straordinaria potenza emotiva, letteraria, musicale, si cerca di dare spunti di riflessione sulla figura del grande cantautore genovese.
Forse la figura più significativa, profonda, del panorama della canzone d'autore italiana - vero cardine della cultura popolare del nostro paese.
"Inverno" (presente nell'album "Tutti morimmo a stento, 1968), proposta nella versione di Franco Battiato, ri-nascita di un brano immortale, che disegna in modo chirurgico il susseguirsi delle stagioni, metafora del succedersi dei momenti bui e di quelli felici della vita.
"Il Testamento di Tito" (presente nell'album "La buona novella", 1970), una incredibile rilettura dei Dieci Comandamenti della tradizione cattolica, alla luce dei Vangeli Apocrifi, che nel 1969 De Andrè si mise a studiare, collaborando per la realizzazione dell'album coi musicisti che sarebbero divenuti di lì a poco la Premiata Forneria Marconi.
La versione proposta è quella, dal vivo, frutto della collaborazione tra PFM e De Andrè per il tour del 1979: un capolavoro assoluto.
La lettura del messaggio cristiano attraverso gli occhi dei Vangeli non ufficiali, mettendo in ogni comandamento la fragilità, la imperfezione dell'animo umano, resta una vetta raggiunta dal solo De André, che vede nella figura di Gesù il primo, vero, autentico rivoluzionario della storia, veicolatore di un messaggio di tipo egualitario, contro ogni Potere, ogni Autorità.
Infine "La canzone dell'amore perduto" (1966, mai pubblicata in album), proposta nella versione live del 1991: un inno all'amore all'insegna di una visione totalmente non retorica, e fondata su una ispirazione musicale coltissima (il tema musicale si ispira al Concerto per tromba, archi e basso di Georg Philipp Telemann, scritto intorno al 1710).
Un tentativo di tratteggiare nello spazio brevissimo di una trasmissione un disegno sintetico di un artista unico, ispirato costantemente dalla volontà - e dalla capacità - di allontanarsi da ogni forma di retorica, di muoversi costantemente "in direzione ostinata e contraria".