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XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Commento al Vangelo di Luca
cap. 10,25-37

Nella prima lettura abbiamo letto la legge di Mosè, ed è senza dubbio che pure Gesù l’avrà ascoltata tante volte, e la legge parla molto chiaro di cosa bisogna fare, tutto è estremamente deciso in anticipo.
Ma Gesù avrà avuto anche una esperienza domestica di mediazione della Parola, molto forte grazie a Maria e Giuseppe attraverso cui contemplare una maniera di vivere che viene “prima della legge”.

Al maestro della legge non interessava veramente capire qualcosa della Parola di Dio, ma voleva solo condannare Gesù e coglierlo in fallo, e Gesù in questo momento di difficoltà, rievoca un episodio che probabilmente gli aveva raccontato Maria e Giuseppe e che lo aveva molto colpito: Gesù ne mette in luce l’umanità del samaritano che pur simbolicamente “eretico”, coglie invece quello che stava succedendo e si mette a servizio in una maniera piena di dettagli che ci incantano per la semplicità e la premurosità.
E chi è il prossimo? In fondo Gesù ci dice “ogni persona” così da indicarci di andare oltre la legge e
lasciarci toccare dalle situazioni che ci possono rievocare vissuti semplici della nsotra infanzia, ma vivi ed evidenti, che ci hanno lasciato incantati e ci hanno sorpreso per la generosità, la cura, l’attenzione di chi si è lasciato coinvolgere e toccare.

Indubbiamente Gesù è rimasto colpito dalle virtù di Maria e di Giuseppe negli esempi semplici e quotidiani, ma eloquenti, di queste virtù, alla luce di esse ha letto e interpretato la legge di Mosè e non il contrario.
Veramente le nostre Chiese domestiche che sono le nostre famiglie e comunità hanno questa carica di virtù e di novità che forse noi dobbiamo riscoprire ogni giorno…

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