IV Domenica di Pasqua
Commento al Vangelo di Gv.10,27-30
È Gesù il Pastore che conduce le pecore alla Vita e ci dà la chiave per entrare nella vita da risorti.
Il buon pastore non è colui che tiene le pecore dentro un recinto, in una sorta di comfort zone, ma invia le pecore in cammino, nelle strade accidentate del mondo.
Negli Atti degli Apostoli la predicazione di Paolo e Barnaba è accolta da alcune persone mentre altri, colmi di gelosia, li ingiuriano, fino a scatenare una vera e propria persecuzione.
-Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo. -
Ecco la traccia del Signore Risorto nella vita di queste persone:
le difficoltà e le ostilità non schiacciano e non diventano l’orizzonte che copre gli occhi e lo sguardo.
Anche nell’Apocalisse si fa riferimento a persone che hanno attraversato il martirio
-Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello -.
Ma dopo tutta la storia di persecuzione, sopra a chi l’ha saputa attraversare seguendo il Signore Gesù, verrà stesa una misteriosa tenda e che cosa è preparato per costoro?
Non avranno più fame né avranno più sete,
non li colpirà il sole né arsura alcuna,
perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E la parte più commovente:
E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».
Ogni lacrima di commozione, di sofferenza, di lutto, di malattia, di solitudine, sarà asciugata dal Signore.
Imparare a lasciarsi permeare e toccare dagli avvenimenti, belli e brutti della nostra e anche della vita altrui, è un grande Segno del Signore Risorto in mezzo a noi.
E così facendo, il cristiano anche quando piange, in fondo prega perché sa che le sue lacrime verranno un giorno asciugate.
Camminiamo con Speranza nella nostra storia e nella tribolazione, tenendo lo sguardo fisso al buon Pastore che ci conduce alle sorgenti della vita.
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