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Oggi, come promesso nell’introduzione alla terza stagione, intraprenderemo un lungo viaggio riguardante i pregiudizi più diffusi sulla psicologia dello sport. Nella società odierna, lo sport è spesso visto come un campo di battaglia.

Una competizione feroce, un terreno su cui i più forti prosperano mentre i deboli vengono eliminati. Questa percezione, radicata nel nostro tessuto culturale, ha contribuito a creare un'immagine dell'atleta come una macchina infallibile, un guerriero immune a ogni forma di vulnerabilità. Ma questa rappresentazione è davvero accurata?

La credenza comune vuole che l'atleta sia privo di emozioni, di insicurezze e di dolore. Come se, per competere al massimo livello, fosse necessario annullare ogni traccia di umanità. Ma l'atleta, prima di tutto, è un essere umano.

E come tale, è soggetto a tutte le complessità emotive, psicologiche e fisiche che ci caratterizzano come specie.

Scopri il ruolo delle emozioni nello sport!