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Oggi si inizia a... correre. E lo faremo per ben quattro puntate… prima più lentamente, per grandi distanze, e poi andremo di velocità su brevi tragitti. L’atleta Marco, protagonista dell’ormai classico racconto introduttivo, vede le sue performances limitate da qualcosa che non è solo nel corpo. 

Un riverbero disfunzionale del suo pensiero che si tramuta, pian piano, in un ostacolo. Una limitazione che si presenta in un momento ben specifico della maratona, e che gli impedisce di esprimere il suo potenziale. Ciò che viene definito da tanti come “mentale”, è un evento che può dipendere da fattori interni o esterni che abbassa la sicurezza e la fiducia dell’atleta di poter superare il compito richiesto, che di lì a poco influenza le potenzialità fisiche durante lo sforzo.

Può accadere in tutti gli sport, ma a maggior ragione nelle corse su lunghe distanze dove il rapporto con la propria mente può diventare un tunnel senza fine, sapere gestire stress e pensieri negativi risulta essere una skill fondamentale.

Perché i pensieri disfunzionali sono in grado di bloccarti sul più bello, quando non ne avresti decisamente bisogno e, anzi, in quei momenti in cui le fatiche del corpo iniziano ad erodere poco per volta la resistenza mentale. Eppure esistono delle risorse scientifiche in grado di potenziare le risorse dell’atleta e rendere queste situazioni piu’ gestibili?