L’avventura imperialistica di Putin è divenuta il brindisi con i cui i moscoviti hanno dato il benvenuto al 2023. Nell’euforia della propaganda di guerra si nota però un’omissione ragguardevole: nell’inquadratura non entravano morti e mutilati, civili uccisi e torturati, bimbi rapiti e milioni di profughi.