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Merita davvero l'incipit da barzelletta il viaggio di Draghi, Macron e Scholz alla corte del presidente ucraino Zelensky a Kiev. Tra foto glamour sul treno e t-shirt zelenskiana classica contro le grisaglie dei capi europei, come al solito ciò che si ottiene è solo l'aggravamento della condizione di tensione. Il ministro degli esteri russo Lavrov e l'ex presidente Medvedev rivolgono critiche e, nel caso di Medvedev, veri e propri insulti ai tre leader europei e l'impressione è che la pace si allontani non di poco dopo questa "missione", in cui peraltro Draghi si fa notare per l'insistenza (anche presso i riluttanti compagni di viaggio) con cui vuole far entrare a tappe forzate l'Ucraina nell'Unione europea, conquistandosi così il titolo conseguente su tutti i quotidiani. Altre notizie del giorno: l'approvazione definitiva al Senato della brutta riforma della giustizia firmata Marta Cartabia; lo scontro tra Di Maio e Conte che porta il M5S a un passo dall'ennesima scissione; il tentativo del vanitoso professor Cartabellotta e del suo Gimbe di far tornare l'Italia sotto la cappa del terrorismo vaccinista e dell'emergenza Covid, per ottenere così qualche riga sui giornali. Vanità di vanità.