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Cronache da una giornata surreale in cui tutti sono a caccia di un colpevole e delle impronte digitali sulla scena di un delitto, quando invece bisognerebbe solo raccontare un suicidio: quello di Mario Draghi che non ne poteva più di fare il premier e, rinviato alle Camere da Sergio Mattarella dopo aver offerto le dimissioni la settimana scorsa, ha tenuto un discorso talmente duro contro M5S e Lega da provocarne il fallo di reazione che ha lasciato il governo con appena 95 voti favorevoli nell'aula del Senato. Questa mattina le dimissioni diventeranno ufficiali, con Draghi che salirà al Quirinale pregando il Capo dello Stato di sollevarlo dalle gestione delle incombenze elettorali. Si voterà per il Parlamento con ogni probabilità il prossimo 2 ottobre, il decreto di Mattarella per lo scioglimento delle Camere avverrà dopo che il presidente della Repubblica avrà ricevuto anche i presidenti dei due rami del Parlamento. Con ogni probabilità però Mattarella riserverà un ultimo strazio a Draghi: lo terrà in carica per il disbrigo degli affari correnti e cioè fino alla fine di ottobre, ammesso che bastino appena quattro settimane dopo le elezioni politiche per far nascere il nuovo governo, per la guida del quale corre in pole position la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.