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L’alpinismo estremo, così estremo, doveva essere raccontato.Con appunti e disegni prima. Fotografie poi. Infine il cinema che riuscì a conquistare il grande pubblico. Vittorio Sella e Ansel Adams con le loro fotografie avevano rivoluzionato la percezione delle montagne e dei loro ecosistemi. Chi invece cominciò a utilizzare le videocamere per documentare le catene montuose fomentò  quella “voglia di ignoto” indotta al grande pubblico dai primi scatti. Ai tempi di Mario Fantin l’Himalaya e il Karakorum erano terre “lunari”, il K2 era stato tentato solamente cinque volte e l’avvicinamento era già di per sé un lungo, lunghissimo viaggio. Più di duecento chilometri per raggiungere il campo base, posizionato su una lingua di ghiaccio che si spinge fino alle pendici della montagna.E poi quel gigante. Quella sfida alla “Grande Montagna” che, nonostante l’organizzazione di Ardito Desio, sembrava inarrivabile.

Scritto e registrato da Sebastiao Frollo e Saverio Mariani

Il libro di Saverio Mariani - "La spedizione italiana al K2. Italia-Karakorum 1954"

Contatti: andataeritorno.podcast@gmail.com 

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