Quest’oggi iniziamo a studiare insieme le leggi dell’attività morale.L'uomo deve tendere alla perfezione della propria natura, nella qual cosa consiste il suo fine ultimo: quest'orientamento si attua per mezzo di quegli atti che egli compie in conformità con la regola o legge della ragione, il cui compito specifico è di adattare i mezzi ai fini. Legge e fine si identificano, dunque, nella nozione comune di ragione; infatti se si può dire che il fine, conosciuto ed additato dalla ragione, è regolatore dell'azione, dovendosi ogni regola d'azione stabilire necessariamente in funzione del fine da conseguire, si può per altro dire che la ragione è regolatrice dell'azione in vista del fine a cui tendere, dovendo ordinare i mezzi al fine, che, nell'ordine pratico, ha valore di principio. Si afferma così il primato universale della ragione nel campo dell'attività: tesi che sarà ora lumeggiata studiando la legge come manifestazione essenziale della ragion pratica e fondamento del diritto e del dovere. Innanzi tutto cerchiamo di definire la legge, con le sue proprietà ed i suoi effetti, e, in seguito, di determinarne le differenti specie.