Vi sono virtù naturali, vale a dire buone abitudini, acquistate con atti frequentemente ripetuti, che agevolano la pratica del bene onesto. Per cui anche gli increduli e i pagani possono, col naturale concorso di Dio, acquistare le virtù morali della prudenza, della giustizia, della fortezza, della temperanza e perfezionarvisi. Non parliamo qui di queste virtù, ma intendiamo trattare delle virtù soprannaturali o infuse quali si hanno nel cristiano.Elevati allo stato soprannaturale e non avendo altro fine che la visione beatifica, dobbiamo tendervi con atti fatti sotto l’influsso di principi e di motivi soprannaturali, essendo necessario che vi sia proporzione tra il fine e gli atti che vi conducono. Quindi per noi le virtù che nel mondo si dicono naturali, devono essere praticate in modo soprannaturale. Come giustamente nota il padre Garrigou-Lagrange, secondo S. Tommaso “le virtù morali cristiane sono infuse ed essenzialmente distinte per l’oggetto formale dalle più alte virtù morali acquisite descritte dai più grandi filosofi. C’è infinita differenza tra la temperanza aristotelica, regolata soltanto dalla retta ragione, e la temperanza cristiana regolata dalla fede divina e dalla prudenza soprannaturale”.