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Mercoledì 5 luglio, Manolo Portanova, del Genoa, è a un passo dalla Reggiana, in serie B, ma i tifosi si dividono, come già avvenuto in inverno, perché sulla testa del calciatore grava una condanna a sei anni di reclusione per una violenza sessuale di gruppo. In Italia nessuno è colpevole fino al terzo grado di giudizio, ma è giusto oppure no che sia l’opinione pubblica a decidere del suo destino lavorativo? Per rispondere ci siamo affidati (anche) ad un Premio Nobel.
Lato B con l’ufficialità di Ancelotti sulla panchina del Brasile, per combattere il logorio del calcio moderno.