«1. La rivoluzione industriale e le sue conseguenze sono state un disastro per la razza umana»
Così comincia il trattato "La Società Industriale e il suo Futuro" (1995) di Theodore Kaczynski, oggi conosciuto perlopiù con il titolo informale "Il Manifesto di Unabomber". Dietro al nomignolo "Unabomber" - inventato dai giornalisti a partire dal nome in codice del caso: UNABOM - si cela una storia spaventosa, fatta di attacchi terroristici contro obiettivi precisi e di una personalissima lotta alla società contemporanea portata avanti da un "lupo solitario". Una storia che ha sconvolto gli Stati Uniti e tenuto sotto scacco le forze di sicurezza americane per ben diciotto anni, dal 1978 al 1996.
La vicenda di Unabomber-Kaczynski è sicuramente incredibile, così come incredibile è la storia di questo saggio, pubblicato il 19 settembre 1995 dal Washington Post e diventato sin da subito testo fondamentale per gli studiosi di terrorismo, oltre che oggetto di culto fra eco-terroristi, ecologisti radicali, anarco-primitivisti e, negli ultimi anni, anche fra estremisti di destra.
Ne parliamo con Mauro Lubrano, ricercatore in Terrorism and Political Violence e lecturer all'Università di Bath (UK).
La citazione letta dalla poetessa Eleonora Chiara Giusti è al minuto 44:40.