In apertura, per i Grandi classici, la redazione celebra il cinquantenario dell'album Physical Graffiti dei Led Zeppelin, con una delle tracce più iconiche della band: Kashmir. I Led Zeppelin, leggendario gruppo musicale hard rock britannico formato nel 1968, sono considerati tra i più grandi innovatori della musica rock e i principali pionieri dell'hard & heavy. Kashmir viene spesso considerata una delle composizioni di maggior successo del gruppo, tanto che tutti e quattro i membri della band l'hanno definita uno dei loro migliori lavori. La sua genesi risale al 1973, quando Jimmy Page e John Bonham registrarono una prima demo del brano. Successivamente, Robert Plant scrisse il testo e la parte centrale della canzone, mentre John Paul Jones si occupò delle orchestrazioni che arricchirono ulteriormente il brano.Il testo di Kashmir nacque durante un viaggio di Robert Plant nel deserto del Sahara, in Marocco, nel 1973, subito dopo il tour americano. Un'opera che testimonia la creatività senza confini della band e la sua capacità di trascendere i generi, diventando un simbolo immortale del rock. Un brano che, ancora oggi, continua ad affascinare nuove generazioni di ascoltatori.
Questa settimana, il brano proposto alla redazione dall’Altoparlante è Neve, il nuovo singolo del cantautore savonese Roberto Grossi con Chiara Buratti e sesto estratto dall'ultimo album di inediti Le stelle della sera, pubblicato a giugno sotto l'etichetta Volume!. Si tratta di una delicata canzone d'amore dalle sonorità folk-rock, che l'autore stesso definisce l'unica vera canzone d'amore dell'album.Già rilasciata in precedenza, Neve torna ora in una nuova versione remixata, arricchita dalla voce di Chiara Buratti e dalla fisarmonica del compianto Nico Rosa, che ne impreziosiscono l'atmosfera. Il testo del brano è stato scritto da Roberto Grossi, mentre la parte musicale porta la sua firma insieme ad Alessio Briano. Un omaggio alla bellezza della musica e un tributo al talento di chi ha contribuito a rendere questo brano ancora più speciale.Le colonne sonore di M Il figlio del secolo e American Primeval sono al centro del nuovo numero del magazine Soundtrack City, curato da Marco Testoni e Massimo Privitera. Due colonne sonore di grande impatto che sfidano le convenzioni musicali, una per una serie drammatica e l'altra per un western crudo e violento. La serie M Il figlio del secolo, interpretata da Luca Marinelli, vanta le musiche originali di Tom Rowlands dei The Chemical Brothers, mentre lo score di American Primeval, diretto da Mark L. Smith, è firmato dalla band post-rock americana Explosions in the Sky. Due stili musicali apparentemente lontani dal contesto delle rispettive produzioni, ma che potrebbero segnare l'inizio di una nuova tendenza nella musica per film, dove le sonorità contemporanee si intrecciano in modo inedito con le storie raccontate sullo schermo. Un'analisi affascinante delle evoluzioni sonore nel panorama delle colonne sonore, che non mancherà di suscitare curiosità tra gli appassionati del genere.
Come brano proposto dalla redazione di Classic Rock On Air abbiamo Purple Rain, il celebre singolo di Prince che fu pubblicato nel 1984 come ultima traccia dell'omonimo album. La canzone è una fusione unica di rock, pop, gospel e musica orchestrale, che ha segnato un punto di svolta nella carriera dell'artista. Il brano raggiunse la seconda posizione nella classifica degli Stati Uniti e venne certificato disco d'oro, vendendo oltre un milione di copie. Prince stesso ha spiegato che il testo di Purple Rain rifletteva una visione apocalittica. La genesi del brano è altrettanto affascinante: Prince lo eseguì per la prima volta durante le prove di un concerto con la sua band. I musicisti, improvvisando nuovi accordi, diedero vita a quello che sarebbe diventato uno dei suoi pezzi più iconici. Purple Rain fu poi registrato dal vivo durante un concerto di beneficenza per il Minnesota Dance Theatre, tenutosi il 3 agosto 1983 al night club First Avenue di Minneapolis. Un pezzo che ha fatto la storia della musica e continua a risuonare nel cuore degli appassionati di tutto il mondo.
Per la sigla di chiusura del mese di febbraio il Direttore Renato Marengo ha scelto Profondo Rosso dei Goblin edito da Bixio. Pubblicato nel 1975, è il primo album dei Goblin, il celebre gruppo rock italiano. Il contratto con la Cinevox Record arrivò grazie al padre di Claudio Simonetti, Enrico, e durante la registrazione, Carlo Bixio li propose a Dario Argento per la colonna sonora del suo film omonimo. L’album, che mescola rock e atmosfere cupe, presenta brani composti principalmente dalla band, con la partecipazione del pianista jazz Giorgio Gaslini. I Goblin firmarono la prima facciata dell'album, mentre Gaslini curò la seconda. Tra le tracce più iconiche, Profondo Rosso e Death Dies, ma anche Wild Session, che include un'introduzione originariamente creata dai Goblin.Fondati da Claudio Simonetti e Massimo Morante, i Goblin sono noti per le loro colonne sonore, in particolare per la collaborazione con Argento, che ha definito gran parte della loro carriera. Profondo Rosso rimane un capolavoro che ha segnato la storia della musica per film.