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In apertura, per i Grandi classici, la redazione ha scelto Jump, un brano dei Van Halen, protagonisti di un numero di Classic Rock di questo mese dedicato a 1984, l’album che ha tramutato i Van Halen in autentici titani del rock, ma anche quello che ha segnato la fine della line-up con il cantante David Lee Roth. Il titolo, scritto in numeri romani, ipotizza un futuro distopico, comandato da un governo totalitario. I Van Halen sono stati un gruppo musicale hard & heavy statunitense fondato dal chitarrista olandese Eddie van Halen e dal fratello batterista Alex. Da 1984 furono estratte quattro hit, con Jump che diede ai Van Halen l’unico numero uno americano di tutta la loro carriera. Eddie Van Halen negli ultimi anni, aveva lavorato a un brano dominato dal synth che poi avrebbe preso il titolo di Jump.
Questa settimana, il brano proposto da L’ALTOPARLANTE è Bugia, un capitolo musicale del terzo album di Helle: il brano racconta la presa di coscienza della protagonista che si accorge di non credere più nell’amore e di non averne in fondo bisogno. Il disco si intitola La colpa - racconto in nove canzoni, un vero e proprio racconto in musica, un concept album dalle sonorità pop e folk dove ogni traccia rappresenta un nuovo capitolo della storia di Giada e del suo viaggio sentimentale.

Il nuovo numero del magazine Soundtrack City, ideato da Marco Testoni e curato con Massimo Privitera, è dedicato a due film: il controverso musical francese Emilia Perez diretto da Jacques Audiard e vincitore del premio Oscar per la Migliore Canzone Originale scritta dalla cantautrice francese Camille; e a seguire The Order, una pellicola diretta da Justin Kurzel e ispirata alla storia dell'omonima organizzazione terroristica neonazista,  con le musiche di Jed Kurzel.
Come brano proposto dalla redazione di Classic Rock On Air abbiamo un classico del rock anni ‘60 della band canadese Steppenwolf. Un'autentica hit simbolo della Nuova Hollywood inclusa nella colonna sonora di un capolavoro cinematografico americano come Easy Rider, un film del 1969 diretto da Dennis Hopper con Peter Fonda. La celeberrima movie song è Born to be wild, alle cui parole si fa risalire l'origine dell'espressione heavy metal citata in una parte del testo: I like smoke and lightning, heavy metal thunder.
Per la sigla di chiusura del mese di marzo il Direttore Renato Marengo ha scelto Profondo Rosso dei Goblin edito da Bixio.  Pubblicato nel 1975,  è il primo album dei Goblin, il celebre gruppo rock italiano. Il contratto con la Cinevox Record arrivò grazie al padre di Claudio Simonetti, Enrico, e durante la registrazione, Carlo Bixio li propose a Dario Argento per la colonna sonora del suo film omonimo. L’album, che mescola rock e atmosfere cupe, presenta brani composti principalmente dalla band, con la partecipazione del pianista jazz Giorgio Gaslini. I Goblin firmarono la prima facciata dell'album, mentre Gaslini curò la seconda. Tra le tracce più iconiche, Profondo Rosso e Death Dies, ma anche Wild Session, che include un'introduzione originariamente creata dai Goblin.Fondati da Claudio Simonetti e Massimo Morante, i Goblin sono noti per le loro colonne sonore, in particolare per la collaborazione con Argento, che ha definito gran parte della loro carriera. Profondo Rosso rimane un capolavoro che ha segnato la storia della musica per film.