La Turchia ha scelto: Recep Tayyip Erdogan è stato riconfermato presidente della Repubblica. Il capo di Stato turco si avvia così al terzo mandato e, al termine, ritoccherà il suo record di leader più longevo della storia politica del suo Paese. Ventisei anni di presidenza che gli permetteranno di staccare ulteriormente il padre fondatore della patria Mustafa Kemal Ataturk, fermatosi a 15 anni. Rispetto ai precedenti appuntamenti, questa volta “il Sultano” ha dovuto ingaggiare la battaglia con il suo oppositore e andare al secondo turno, vinto con il 52% dei voti. Una tornata elettorale nella quale il presidente turco è riuscito a mantenere la presa sul suo popolo, nonostante un’opposizione mai così compatta e le difficoltà derivate da una crisi economica profonda e aggravata dal recente devastante terremoto. Fattori che in una certa misura hanno portato alla luce una sua minore forza rispetto al passato. Riaffermazione arrivata grazie a promesse rinnovate e non facili da mantenere. Promesse fondate sull’aspirazione ad un nuovo rilancio economico e sul binomio formato da islamismo e grande proiezione di potenza internazionale ricostruita proprio da Erdogan. Di fatto, uno scambio tra identità ed economia che ha permesso al Sultano di mostrare ancora una volta e malgrado tutto la sua solidità, ma un aggravarsi della situazione finanziaria potrebbe farlo vacillare.
Fonti: Musiche ed effetti su licenza Artlist.