L’associazione L.E.R.I. Cavour (acronimo di laboratorio educativo risorgimentale italiano) nasce per tutelare, promuovere e valorizzare il Borgo tanto caro a Cavour.
Il principio ispiratore dell’associazione è la Rinascita.
Il padre di Cavour, il Marchese Michele, acquistò in società con altri due nobili la proprietà di Lucedio, da Camillo Borghese, marito della famosa Paolina Bonaparte. Nel 1822, a seguito della spartizione a sorte dei possedimenti, divenne proprietario dell’immenso podere di Leri( 900 ettari).
Nel 1835 Michele, vicario di polizia a Torino, passò la gestione al figlio cadetto Camillo(che così si chiamava, proprio perché tenuto a battesimo da Camillo Borghese). A Leri, Cavour si innamorò perdutamente dell’agricoltura.
Qui sperimentò la concimazione con guano (proveniente sia dal Perù che dalla Sardegna), i concimi sintetici, il drenaggio, l’allevamento, l’utilizzo di attrezzature meccaniche in agricoltura come il trabbiatoio del Colli, la coltivazione della barbabietola da zucchero.
Molti gli ospiti illustri documentati: Giuseppe Verdi, Costantino Nigra , Sir James Hudson per citarne alcuni.
Le strutture volute da Cavour( palazzina e scuderie)e costruite su progetto del geometra Dusnasi sono state realizzate tra il 1854 e il 1856, proprio per offrire un’accoglienza di tutto rispetto agli illustri ospiti ed alla proprietà.
La chiesa fu costruita nel ‘700 su progetto dell’architetto Francesco Gallo(autore anche del santuario di Vicoforte di Mondovì). A Leri, Cavour si rifugiava per evadere dalla vita tormentata e tumultuosa della città. Il suo pensiero correva sempre a Leri . La testimonianza di tutto ciò è rinvenibile nel fitto carteggio tra Cavour ed il suo fidato socio Giacinto Corio che ci ha consegnato uno spaccato di vita incredibilmente dettagliato.
Nomi degli abitanti, mansioni, temporali, brigantaggio, incidenti, morti, epidemie, matrimoni. Di tutto v’è traccia e di tutto Cavour voleva notizia. Proprio come disse Cavour “a Leri “si respira una perfetta pace d’animo”. Leri fu, probabilmente, anche causa dello spostamento del tracciato definitivo del Canale Cavour che , nel progetto primordiale del suo ideatore (Francesco Rossi) avrebbe dovuto tagliare in due fette il podere del Conte.
Qui nacque l’idea di creare il sistema di irrigazione poiché Leri era la specola privilegiata dalla quale Cavour osservava l’agricoltura e valutava la necessità di una precisa razionalizzazione dell’uso delle acque. Qui nacque l’idea di creare una associazione di gestione delle acque ed affidarla proprio agli agricoltori.
Dopo la morte di Cavour e del fratello Gustavo il patrimonio venne spartito tra Giuseppina e Ainardo(figli di Gustavo).Ainardo donó Leri all’ospizio Generale di Carità di Torino che ne mantenne la proprietà fino al 1920 circa. L’ultimo proprietario, l’ingegnere Viganò di Torino, dovette subire l’espropriazione da parte di Enel che aveva intenzione di costruire il secondo polo nucleare di Trino. Il referendum successivo all’incidente di Chernobyl bloccò il nucleare in Italia e la centrale venne attivata ma a ciclo combinato. Fu una centrale all’avanguardia ed una delle meno inquinanti. La centrale è in fase di smantellamento. Il Borgo a quel punto, abbandonata la funzione di azienda agricola, divenne sede di uffici Enel, magazzino e poi facile preda di vandali. Nel 2007/8 venne ceduto da Enel al Comune di Trino alla cifra simbolica di 1000 euro. I restauri avvenuti nel 2011 in occasione del 150 ° anniversario dell’Unità d’Italia avevano lasciato ben sperare. Purtroppo varie vicissitudini impedirono qualsiasi altro sviluppo sino ad oggi.
Il FAI ha elencato Leri Cavour tra i luoghi del cuore. È possibile votarla, fino a dicembre, per consentire l’accesso a Fondi per ristrutturazione.
Il Comune di Trino ha vinto,in questi giorni, la causa intentata dieci anni fa per gli arretrati dei fondi compensativi non versati per i Comuni nuclearizzati , e incasserà 15600000 euro. La speranza è che una parte di questi fondi venga destinata proprio a Leri.
L’associazione si sta trasformando in ODV proprio per poter avere accesso a Fondi e per poter partecipare a bandi che consentano la conservazione e ristrutturazione degli edifici di rilevanza storica. Tra i progetti a breve termine c’è la creazione di un giardino condiviso e l’organizzazione di eventi di promozione di varia natura. Obiettivo primario è inserire Leri nel circuito dei percorsi cavouriani ed in quello del turismo lento attraverso la collaborazione con realtà affini (I.ta.ca.festival del turismo responsabile è una di queste). L’associazione si prefigge anche la promozione del Borgo e la sua rinascita attraverso la sollecitazione dell’imprenditoria privata. Albergo diffuso, ristorante, agriturismo, osteria, spa, piccole botteghe di prodotti tipici piemontesi, organizzazione di eventi, sport e natura, nella nostra visione, si potrebbero fondere perfettamente a Leri .
Gli immobili di notevole importanza storica, come la Casa, le Scuderie e la Chiesa potrebbero diventare dei meravigliosi contenitori culturali in cui sperimentare nuove forme di intrattenimento e trasformare Leri nel “quartier generale delle Grange ” seguendo proprio l’esempio del Cavour Sperimentatore. Nelle prospettive dell’associazione Leri, piccolo crocevia per viaggiatori ma anche rifugio per animi inquieti, potrebbe diventare un luogo sia per famiglie che per viaggiatori solitari.
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