In generale, il mortale, ovvero l’essere umano consapevole della propria finitudine, esposto a questa condizione di precarietà e fragilità, cerca un riparo per difendersi dalla vertigine dell’imprevedibile. L’imprevedibile per eccellenza è la morte, che viene addirittura rimossa dalla coscienza del mortale in funzione della propria sopravvivenza nella quotidianità. Ma l’inconscio del mortale è ben più profondo di questo rimosso, ci suggerisce la filosofia e in particolare il pensiero di Emanuele Severino. Nelle profondità del pensiero sulla morte risiede la minaccia estrema, portata in luce dal pensiero filosofico greco: l’oscillazione delle cose tra essere e nulla. La morte, infatti, viene intesa come un tornare nel nulla da cui si proviene.
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