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Nefesh, nell’Antico Testamento, è un sostantivo semitico che significa «soffiare, esalare» e viene convenzionalmente tradotto con anima. In realtà non designa l’anima nel senso comune da noi attribuito oggi a questo termine. Esso indica più precisamente il «soffio della respirazione» ed in particolare l’azione di tutti quegli organi ed apparati che concorrono a questa attività vitale: gola, trachea, collo. Nel pensiero ebraico non ancora ellenizzato nefesh designava dunque l’attività vitale del respiro e quindi, in senso lato, la vita dell’individuo in quanto tale. Poteva corrispondere, in maniera più ampia e generica, all'idea di “essere vivente” o “creatura”. La correlazione tra nefesh/anima e collo è artisticamente molto presente, soprattutto nell' iconografia mariana.