Queste le principali notizie da Bologna e dall’Emilia-Romagna del 10 febbraio 2025.
In apertura la politica. Diventa un caso la manifestazione di Gioventù Nazionale, la giovanile di Fratelli d'Italia, svoltasi ieri pomeriggio in occasione del giorno del ricordo delle foibe e dell'esodo giuliano dalmata. Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha denunciato che il corteo dell'estrema destra è entrato nella sede di Palazzo D'Accursio, giù chiusa, grazie al favoreggiamento di alcuni esponenti di Fratelli d'Italia, tra cui il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami, l'eurodeputato Stefano Cavedagna e la consigliera comunale Manuela Zuntini, per deporre una corona di fiori. Secca la replica di Bignami, che ha annunciato una querela, sostenendo che la corona è stata deposta fuori dal palazzo e che alcune consigliere hanno citofonato e sono state fatte entrare, probabilmente per mettere al riparo quella corona. Le parole di Lepore. (AUDIO)
Passiamo alla repressione. Un aperitivo per festeggiare la chiusura della raccolta fondi per le spese legali "per le creature che hanno salvato il Parco Don Bosco". Così gli attivisti fanno sapere di aver raccolto oltre 11mila euro con un crowdfunding sulla piattaforma "Produzioni dal Basso". Il 5 febbraio quindi è terminata la raccolta fondi online per le spese legali: "Abbiamo già ricevuto tantissimo supporto e solidarietà. Ma per riuscire a coprire tutti i costi connessi alla repressione che stiamo affrontando e stimati in decine di migliaia di euro, abbiamo ancora bisogno di sostegno". Contro l'abbattimento degli alberi per far spazio a una nuova costruzione, quella delle scuole Besta (poi stoppata), i comitati, dopo giorni di presidio, si erano scontrati con le forze dell'ordine, e quindi, sui social, informano su quello che chiamano "bollettino": due condanne, due fogli di via e 14 avvisi di fine indagine.
Ora i trasporti. Tra la prossima primavera e l'estate a Bologna e Ferrara cominceranno a circolare i primi 44 bus a idrogeno realizzati da Solaris per Tper. Il primo di questi nuovi veicoli a zero emissioni è stato presentato questa mattina in piazza Nettuno. La gara prevede che entro il 2026, grazie a fondi Pnrr, entrino in servizio 137 bus a idrogeno: 127 a Bologna e 10 a Ferrara. L'investimento per la fornitura dei 127 bus di Bologna ammonta a 74,9 milioni di euro: 69,9 milioni dal Piano di ripresa e resilienza, di cui era beneficiario il Comune, e i restanti cinque milioni sostenuti in autofinanziamento da Tper con risorse proprie. I 10 mezzi che saranno in servizio nel bacino estense hanno, invece, comportato un investimento di 5,9 milioni di euro: 5,5 milioni di fondi Pnrr messi a disposizione dal Comune di Ferrara e 400.000 euro autofinanziati da Tper. "È un progetto complesso che richiede tanto lavoro. Questo è un mezzo con caratteristiche nuove", racconta la presidente di Tper, Giuseppina Guarltieri. "Siamo impegnati in piano di investimenti per 430 milioni al 2030 che hanno obiettivo della neutralità climatica. La scelta dell'idrogeno è stata fatta dopo uno studio approfondito di fattibilità. Siamo nei tempi del Pnrr e concluderemo entro 2026", assicura Gualtieri.
Spostiamoci a Reggio Emilia. I dipendenti del Consorzio di bonifica dell'Emilia centrale, ente che sta realizzando il progetto della diga di Vetto, sono in stato di agitazione. Lo hanno proclamato i sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil e Filbi-Uil, dopo più di un anno di trattativa con l'ente sul rinnovo del contratto aziendale. "Ci troviamo nuovamente, come nel caso del precedente rinnovo, di fronte alla volontà del Consorzio di ignorare del tutto le legittime e fondate richieste dei lavoratori - spiegano i sindacati - La delegazione di parte datoriale, con inaspettata disinvoltura, ci ha detto che non intende accogliere la nostre richieste se non in minime parti del tutto marginali, rimangiandosi anche impegni ed affidamenti scambiati al tavolo negoziale". Una situazione che è intollerabile e che di fatto ha costretto a chiedere l'intervento dell'Ispettorato del lavoro nel tentativo di pervenire ad una conciliazione che possa condurre al rinnovo del Contratto aziendale.
Ora il commercio. Dopo ben 55 anni di attività, a Bologna chiude il negozio di abbigliamento Play Sport in piazza Azzarita, proprio di fianco al PalaDozza: un vero e proprio pezzo della storia sportiva della città, punto di riferimento per generazioni di appassionati. "È chiaro che è un colpo al cuore anche per noi", dice alla 'Dire' il titolare Luca Spadoni. Sugli scaffali di Play Sport cala il sipario. "È stato un viaggio straordinario", ha scritto la famiglia Spadoni in un breve comunicato diffuso sui social, aggiungendo che "la decisione di chiudere non è stata facile". Nessun riferimento polemico, nè dettagli sulle ragioni della scelta. E dunque, come mai Play Sport esce di scena? I motivi vanno ricercati in tanti anni di difficoltà. In particolare "si ritorna al tempo delle chiusure del Covid: sicuramente la prima botta più significativa", dice Spadoni. Dopo in realtà "c'è stata un po' di ripresa", continua il titolare, ma comunque gli aumenti dei prezzi hanno continuato a incidere.
Apriamo la pagina culturale. Oltre 60 artisti hanno donato i loro quadri e chiunque ne volesse uno può contattare direttamente l'Opera di Padre Marella, che beneficerà del ricavato continuando nel suo impegno a favore di chi ha più bisogno. Si tratta della mostra "L'arte della carità", lanciata questa mattina in sala Ercole a Palazzo d'Accursio con un omaggio, appunto, al beato Olinto Marella in occasione del centenario del suo arrivo a Bologna. "La città conserva ancora viva la memoria di questo straordinario sacerdote, che con il suo cappello in mano e il cuore sempre rivolto agli ultimi ha lasciato un segno indelebile nella nostra storia", segnalano gli organizzatori, oggi a margine dell'affollata conferenza di presentazione in sala Anziani. L'esposizione sul beato, di cui si ricordano anche oggi i tratti non solo di carità ma di originalità (e frizioni con la Chiesa di allora) è visitabile, gratuitamente, fino al 27 febbraio.
Un’opera molteplice e mutevole quella di Alfredo Pirri, artista cosentino, classe ’57, le cui esposizioni sono accolte in tutto il mondo, compresa una Biennale di Venezia del 1988, ma non solo. Quest’anno la sua opera passa per Bologna, dopo un’esposizione creata per il film La tigre e la neve di Roberto Benigni, esposta a Villa Guastavillani: troviamo infatti un vasto catalogo della sua opera in “Alfredo Pirri. Ritratto di palazzo”, rassegna di quaranta opere dell’artista a Palazzo Boncompagni, nell’ambito di Art City Bologna 2025. Le parole dell’artista. (AUDIO)