Queste le principali notizie da Bologna e dall’Emilia-Romagna del 10 settembre 2025.
In apertura il genocidio a Gaza. Un presidio permanente con tanto di tende e sacco a pelo per dire che no, non basta il sostegno alla Flotilla, bensì serve una "rottura totale" con Israele. È l'iniziativa lanciata a Bologna dal collettivo universitario Cambiare rotta, in seguito al secondo attacco a una delle navi della Global Sumud Flotilla denunciato dagli attivisti sulla costa della Tunisia. Davanti al Rettorato, gli studenti rilanciano l'appello dei portuali di Genova e di Usb, e raccolgono adesioni per formare un "equipaggio di terra" a sostegno di chi si trova a bordo: "Se toccano la Flotilla siamo pronti a bloccare tutto il Paese, quindi a partire proprio dalle nostre Università", spiega Leili Hizam di Cambiare rotta Bologna. (AUDIO)
Passiamo la lavoro. "Non sono accettabili nella nostra regione scelte unilaterali su pelle delle lavoratrici e dei lavoratori". Lo ribadisce con forza l'assessore al Lavoro dell'Emilia-Romagna Giovanni Paglia, tornando sulla vertenza Yoox. "Noi- ricorda l'assessore, stamane a margine di una conferenza stampa- abbiamo scelto di aspettare la giornata di oggi anche per rispetto delle procedure. A quanto ci è dato di sapere, ne siamo certi, oggi le rappresentanze sindacali chiederanno, e noi condividiamo, il ritiro dei licenziamenti. Laddove la direzione aziendale e la proprietà non dovessero andare in questa direzione già la settimana prossima noi convocheremo, secondo lo spirito del patto per il lavoro e per il clima, il tavolo regionale di salvaguardia". Tutto questo, sottolinea ancora Paglia, "naturalmente in stretto rapporto con il ministero e le istituzioni della Regione Lombardia. Ma dobbiamo rilanciare assolutamente un principio", appunto che l'Emilia-Romagna non accetterà "scelte unilaterali su pelle dei lavoratori".
Restiamo in tema. Solo 29 accordi nel 2024, dai 130 del 2023. Di contro, c'è un incremento del numero dei verbali che passano da 66 a 104. E' la fotografia della contrattazione sociale in Emilia-Romagna scattata da Ires e al centro di un report che è stato presentato questa mattina a Bologna. "La contrattazione sociale è in difficoltà perché sono in difficoltà gli enti locali, perché è in difficoltà la sanità, perché è in difficoltà il perimetro pubblico di questo Paese", spiega il segretario della Cgil dell'Emilia-Romagna, Massimo Bussandri. "Siamo di fronte a un restringimento enorme, legato alle politiche di questo governo, del flusso di finanza a disposizione, in particolare della sanità e degli enti locali, ed è chiaro che questo ha dei riflessi sulla tenuta di una contrattazione che è la più vicina ai bisogni immediati dei lavoratori e dei pensionati, in quanto cittadini", denuncia Bussandri. "C'è un calo degli accordi raggiunti nel 2024 rispetto al 2023", ma "c'è una maggiore attenzione alla qualità delle relazioni fra le parti, come a dire 'a fronte di queste difficoltà ragioniamoci insieme, sediamoci, riflettiamo insieme perché non sappiamo dove stiamo andando a parare'", nota il sindacalista.
Ora la politica. Per Bologna e i suoi problemi di sicurezza, "i tecnici del Viminale sono al lavoro proprio su proposte mirate". Tra queste, annuncia il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi in un'intervista al 'Resto del Carlino', "l'istituzione di un posto di Polizia" in Bolognina e, di pari passo, "una ulteriore dotazione significativa di agenti entro la fine dell'anno. Constato- aggiunge Piantedosi- che le interlocuzioni tra Prefettura e Comune su questi punti devono aver già sortito qualche effetto positivo, visto che il sindaco Lepore, prima ancora di rispondere formalmente su questa e altre proposte, ha pubblicamente trasformato questa mia iniziativa in una sua richiesta". Il ministro poi ricorda che, da quando è alla guida del Viminale, a Bologna sono stati destinati oltre due milioni e 600.000 euro per la sicurezza urbana e circa 100.000 euro per progetti per quella degli anziani: "Confido che siamo stati spesi correttamente". Piantedosi è atteso in città sabato e spiega che al sindaco Matteo Lepore proporrà "un lavoro concreto, al di fuori degli equivoci. È quantomeno contraddittorio un sindaco che invoca i poliziotti ma non prende posizione con chi, nella sua stessa giunta, manifesta con quegli stessi antagonisti che attaccano e insultano gli uomini e le donne in divisa".
Voltiamo pagina. L'Emilia-Romagna invoca una norma che regoli per l'installazione di impianti fotovoltaici senza penalizzare l'agricoltura. La richiesta arriva dalla Regione dopo la sentenza del Tar del Lazio che, lo scorso maggio, ha sospeso i provvedimenti regionali sulle aree idonee previsti dal decreto ministeriale, compreso quello dell'Emilia-Romagna. L'assessore regionale all'Agricoltura, Alessio Mammi, ha scritto al Governo sollecitando un "intervento legislativo urgente" per modificare le norme in vigore e definire in modo puntuale cosa si intenda per agrivoltaico. Parallelamente, ha chiesto, nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, di avviare un confronto tra tutte le Regioni per arrivare a soluzioni condivise e omogenee sul territorio nazionale. Dopo la decisione del Tar, infatti, le amministrazioni locali hanno registrato un aumento delle richieste di realizzazione di impianti fotovoltaici e agrivoltaici, anche di grandi dimensioni. Con il rischio, in mancanza di regole nazionali omogenee, "che si determini un'ulteriore accelerazione dei procedimenti, con conseguenze dirette sul consumo di suolo agricolo, la produzione alimentare e sul paesaggio".
Passiamo alle infrastrutture. Si sono presentati in divisa da lavoro gli operai che ieri sono stati premiati dal sindaco Matteo Lepore come ringraziamento per il loro impegno nei tanti cantieri del tram. La cerimonia di premiazione, condotta da Filippo Solibello, è stata organizzata nel Salone del Podestà di Palazzo Re Enzo e, nonostante il titolo fosse l’Impresa dei mille, per una questione di spazi i presenti erano «solo» 350. La squadra è composta da 53 nazionalità diverse: il 38% dei lavoratori proviene dall’Italia, l’11% dall’Albania, il 9% dall’Egitto, un 7% dall’India, un altro 7% dalla Romania, il 6% dal Marocco, il 5% dalla Tunisia e il 18% da altri paesi. «Mille operai — le parole di Lepore — sono tanti, ma è il numero necessario per finire presto i lavori. Il periodo medio per concludere un’opera pubblica in Italia è 16 anni, noi stiamo realizzando due linee tranviarie in quattro». Certo ci vogliono «sacrifici e tanta pazienza, ma ci stiamo riuscendo. E non è merito di un sindaco, ma di tutta una comunità che sta sopportando i disagi e, ovviamente, di queste quasi mille persone che tutti i giorni lavorano in sicurezza per migliorare una città».
Infine la cultura. È stata presentata questa mattina la stagione 2025-2026 del Teatro Dehon di Bologna. “Rubaci la scena” è il titolo del cartellone, che tratta spettacoli viaregati, come spiega il direttore artistico Piero Ferrarini. (AUDIO)