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Queste le principali notizie da Bologna e dall’Emilia-Romagna del 17 novembre 2023.

In apertura lo sciopero generale. Tra le 3.000 e le 4.000 persone hanno manifestato oggi in piazza del Nettuno a Bologna per il primo round dello sciopero generale articolato in cinque giornate indetto da Cgil e Uil contro la manovra del governo Meloni. Oltre ai temi legati a pensioni, salari, scuola e fisco, a tenere banco in questa prima giornata di mobilitazione dedicata al comparto pubblico e ai servizi in appalto (venerdì i sindacati tornano in corteo con i lavoratori del settore privato), lo scontro con il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, dopo la minaccia di precettazione dei dipendenti del trasporto pubblico e le accuse ai lavoratori di fare lo sciopero di venerdì per fare il "weekend lungo". A Salvini, così, sono dedicati striscioni e cartelli, dove il ministro è ritratto come "Precetto Laqualunque", riprendendo il titolo ad effetto utilizzato nei giorni scorsi da Il Manifesto. "La nostra è la via maestra della Costituzione, che consegna a lavoratori strumento del conflitto democratico, della partecipazione. Questa è la piazza di chi lavora e paga le tasse. Queste piazze meritano di essere ascoltate”, ha detto il segretario della Cgil di Bologna, Michele Bulgarelli. Le sue parole. (AUDIO)

Cartelli in fiamme per bruciare fotografie con i volti della premier Giorgia Meloni, della segretaria del Partito democratico Elly Schelin, del sindaco Matteo Lepore e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Succede anche questo durante un corteo studentesco che si sta svolgendo a Bologna nel giorno dello sciopero nazionale. "Studenti al fianco della Resistenza palestinese. Contro la scuola gabbia 10, 100, 1000 occupazioni", è il testo dello striscione che apre la manifestazione, a firma Collettivo interscolastico. Circa 200 i ragazzi delle superiori che sono partiti da piazza San Francesco, nelle prime file studenti universitari di Cambiare rotta. Tra i cori "Palestina libera" e "Se non cambierà intifada pure qua", ma anche " Elly Schlein e Giorgia Meloni non siete come noi fuori dal cogl..." e la parola "boia" associata ancora alla premier, a Netanyahu e al ministro Matteo Salvini. "Se non cambierà intifada pure qua", cantano poi gli studenti mentre il corteo sfila per via Marconi, dopo che un cordone di polizia ha posto un blocco su via Rizzoli impedendo il passaggio verso piazza Maggiore "Il Pd non e qua sta con Confidustria, anzi no fa di più organizza i caschi blu", un altro coro scandito dai manifestanti.

Passiamo alla vicenda della torre Garisenda. Durissimo attacco del Pd di Bologna nei confronti del centrodestra, accusato di "tifare" per il crollo della torre Garisenda. A parlare di "killeraggio politico" e di "sciacallaggio" è Matteo Meogrossi, vicesegretario della federazione bolognese del Pd, in un lungo post pubblicato all'indomani dell'esposto di Fratelli d'Italia in Procura con l'ipotesi di una "mala gestione" da parte del Comune nei confronti della torre a rischio crollo. "L'esposto di Fratelli d'Italia in Procura sulla Garisenda? Andiamo avanti e lavoriamo con la stessa attenzione e la stessa trasparenza che abbiamo sempre avuto", afferma invece l'assessore ai Lavori pubblici del Comune di Bologna, Simone Borsari, all'indomani della decisione del partito di Giorgia Meloni di rivolgersi alla magistratura sulla situazione della Garisenda. Una scelta fatta alla luce della relazione del comitato tecnico scientifico che ha lanciato l'allarme sulle condizioni della torre. Le parole di Borsari. (AUDIO)

Passiamo alla violenza di genere. Non accettava che la compagna gli avesse dato un figlio, poi è diventato geloso al punto da clonare le app di messaggistica telefonica della donna per spiarla, arrivando anche a picchiarla e minacciarla di morte. Lei però, una trentenne che abita nel Bolognese, lo ha denunciato ai carabinieri e ora per l'uomo è scattata la misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. Il provvedimento è stato eseguito dai militari dell'Arma a carico di un operaio 41enne italiano, indagato per maltrattamenti, accesso abusivo a un sistema telematico, violenza privata e lesioni personali aggravate.

Ora la scuola. Un piano da 100 milioni di euro, di cui il 30% con risorse del Pnrr, che si compone di 9 cantieri per la costruzione di nuove scuole o di ristrutturazione di quelle esistenti. È stato presentato questa mattina il piano del Comune di Bologna sull’edilizia scolastica. Tra gli interventi, anche quello delle scuole Besta, contestato da un comitato di genitori, insegnanti e cittadini perché prevede l’abbattimento di una quarantina di alberi. Le parole dell’assessore Daniele Ara. (AUDIO)

Passiamo alla sanità. Ad oggi "non si può ancora dire che è un avvio positivo" quello dei nuovi Cau a Bologna. Lo sostiene Antonella Rodigliano, segretaria territoriale del sindacato Nursind, questa mattina in piazza Maggiore per la manifestazione degli infermieri in occasione dello sciopero. I primi Cau nel bolognese sono partiti a Budrio e a Vergato. Per la Regione e l'Ausl, i primi dati danno segnali di prospettive incoraggiante. Il Nursind però frena gli entusiasmi. “Sono ancora troppo pochi i giorni per vedere effettivamente come potrebbero reagire i cittadini di fronte a questa riorganizzazione", sottolinea Rodigliano. Il sindacato degli infermieri segnala diverse "criticità" a proposito della riforma della Regione. "I Cau sono in pratica delle prestazioni di continuità assistenziale sul territorio, non sono dei Pronto soccorso. E la nostra preoccupazione principale è di avere professionisti formati nei Cau, perché non in tutte le strutture ci sono infermieri di Pronto soccorso". Al momento infatti ci sono "soprattutto medici di continuità assistenziale", cioè l'ex guardia medica, che "non si sono mai rapportati con l'urgenza - segnala la segretaria del Nursind di Bologna - e la persona che va lì, purtroppo, non è in grado di farsi un triage e sapere se è un codice bianco o verde. Si presenta al Cau e chi è lì presta soccorso".

Ora l’ambiente. Si scongiuri il rischio di una possibile speculazione edilizia nelle oasi nel ravennate di Ortazzo e Ortazzino con una nuova classificazione per la "Zona C". Per rafforzare la richiesta, Legambiente Emilia Romagna, Legambiente Delta del Po e Legambiente Ravenna diffondono il parere di Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, reso pubblico nei giorni scorsi, su Ortazzo e Ortazzino e Foce Bevano. A sollecitare la valutazione di Ispra sono state, insieme a Legambiente, diverse associazioni per una diversa classificazione di una zona del comparto. Così, l'istituto ministeriale spiega che l'area classificata come zona C- quindi non vincolata da protezione totale come le zone A e B- "dovrebbe rientrare nella zona B del Piano del Parco- spiega Legambiente- escludendo qualsiasi tipo di speculazione da parte di privati, sia essa agricola, che di usi incompatibili, che cementizia". In particolare, "quest'area di circa 80 ettari e tutto il comparto "Ortazzo", come scrive Ispra, 'rappresenta uno dei pochi lembi di territorio costiero della Regione Emilia Romagna sopravvissuto al rapido processo di trasformazione del litorale a partire dagli anni '60", riferiscono gli ambientalisti. Non solo: "L'efficacia di un'area protetta dipende in larga misura dalla sua estensione, più un'area è piccola ed isolata, meno riesce a preservare gli habitat", riporta Legambiente.