Queste le principali notizie da Bologna e dall’Emilia-Romagna del 25 giugno 2025.
In apertura le infrastrutture. “Invito il ministro Salvini a sedersi a un tavolo, con responsabilità e senso delle istituzioni, per affrontare seriamente il nodo infrastrutturale di Bologna”. È l’appello lanciato dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, sulla vicenda del Passante di Mezzo, opera definita strategica per l’Emilia-Romagna e attualmente bloccata da incertezze politiche e tecniche. Solo 24 ore fa il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, dopo un faccia a faccia con il numero uno di Autostrade, Arrigo Giana, ha annunciato che l'opera è troppo costosa e la sua realizzazione, dunque, è in forse. De Pascale si è detto disponibile a valutare soluzioni per contenere i costi, ma solo se non si compromettono gli effetti dell’opera. Le sue parole. (AUDIO)
Restiamo in tema. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, tiene per definitive le parole del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, sul futuro del Passante. "Ha detto in questi giorni che ci faranno un'altra proposta. Quindi, la ascolteremo e la giudicheremo", è la posizione di Lepore, che liquida le parole del sottosegretario Tullio Ferrante, secondo il quale il progetto così com'è non si potrebbe fare. "Ho scoperto che c'è anche un sottosegretario che si chiama Ferrante, ma noi parliamo direttamente col ministro e con Aspi. Saranno loro a dirci cosa dobbiamo fare. In questo momento non starei a inseguire l'intervista di tutti quelli che spuntano, perché c'è già abbastanza confusione: il governo ci ha chiesto di vederci e starei a questa indicazione del governo", scandisce Lepore. "L'importante è che si dia una risposta al nodo di Bologna, che le risorse che sono destinate a Bologna rimangano sul nostro territorio, che ci siano le mitigazione ambientali e che non si rimandi avanti di anni l'intervento. Quindi, ascolteremo con interesse non appena ci sarà la convocazione di Autostrade e del ministero", conclude.
Voltiamo pagina. È allarme furti nei padiglioni della Fiera di Bologna, a causa di bande organizzate che da alcuni mesi stanno bersagliando le manifestazioni: tanto da far alzare le polizze assicurative stipulate dall'expo. A parlarne è il direttore Donato Loria, manager di BolognaFiere con incarico di direttore del quartiere, nel corso di una commissione del Consiglio comunale dedicata alla situazione dei lavoratori in appalto della Fiera. Proprio parlando della riorganizzazione del lavoro che si è resa necessaria negli ultimi tempi, Loria segnala che "il quartiere si è trasformato ed è oggetto di tanti interessi, anche malevoli": è il caso dei "tanti furti che avvengono in quartiere con addirittura, non lo dico io ma le Forze dell'ordine, bande quasi organizzate che invadono i quartieri fieristici, non solo di Bologna ma, come abbiamo sentito anche attraverso servizi televisivi, anche la fiere di Milano o di Rimini".
I diritti civili. Una targa che ricorda la storia del “Circolo di cultura omosessuale 28 giugno”, poi divenuto il Cassero LGBTQIA+ Center, che per vent’anni ha avuto sede nel cassero di Porta Saragozza. Ad affiggerla, questa mattina, sono state proprio le attiviste del Cassero. “Non si tratta di nostalgia - commenta la presidente del Cassero Camilla Ranauro - ma di riappropriazione. Gli spazi che abbiamo sono sotto attacco, e noi per prime abbiamo subito numerose aggressioni fasciste nell’ultimo anno. Ma non sono solo i fascisti il problema. La progressista Bologna si ammanta di bandiere arcobaleno solo quando si intonano con l’ambiente e non disturbano il vicinato: in Porta Saragozza, dove oggi risiede il Museo della Beata Vergine di San Luca, ogni traccia del nostro passaggio è stata cancellata. Eppure, il fatto che Bologna sia stata la prima città ad ospitare un gruppo LGBTQIA+ fu un traguardo importante per la città e per il nostro Paese. Ma se nessun altro è disposto a farlo, saremo noi a tornare nei luoghi della nostra memoria e a rivendicarceli con orgoglio. Ma non vogliamo solo una targa: chiediamo che venga rispettata e riconosciuta la memoria degli spazi che la nostra comunità ha attraversato. Chiediamo che vengano valorizzati e difesi gli spazi che la comunità attraversa. Chiediamo più spazi per la comunità nel futuro”. Il Cassero porterà in piazza il tema degli spazi e della memoria anche in occasione del Rivolta Pride, che quest’anno si terrà proprio il 28 giugno.
Ora la violenza di genere. Due episodi simili, con diversi punti di contatto e molte analogie, che a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro hanno avuto come vittime due ragazzine giovanissime, poco più che bambine; entrambe seguite all’uscita da scuola e fin dentro l’androne di casa e, poi, dentro l’ascensore, dove sono avvenuti gli abusi e le violenze. Vicende sulle quali ora gli inquirenti, anche in virtù della minore età delle vittime, ci tengono a mantenere il massimo riserbo, ma che si sa essere attribuite a una stessa persona, arrestata l’altro giorno dai carabinieri e ora agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. L’indagato è un 32enne italiano, bolognese, un insospettabile, incensurato, plurilaureato e proveniente da una famiglia di professionisti. Ma su di lui ci sono ora due corposi fascicoli per altrettante inchieste, che corrono in parallelo, di cui titolare è per entrambe il sostituto procuratore Marco Imperato.
La cronaca. La Procura di Ravenna ha notificato tre avvisi di conclusione indagine per la morte di Massimo Mariani, 46enne ravennate deceduto nel giugno del 2023 a causa di una rara forma di tumore contro la quale stava combattendo da un paio di anni arrivando pure a imboccare strade che con la medicina non c'entravano nulla. Si tratta - come riferito dal Resto del Carlino - di una 41enne di Bologna che aveva vissuto a Marina Romea, di una 40enne di Terni e di un 47enne di Ferrara. Sulla base delle verifiche dei carabinieri coordinate dal Pm Francesco Coco, devono rispondere dell'accusa di concorso di morte come conseguenza di altro reato e di truffa aggravata. I tre a suo tempo erano stati raggiunti da misura cautelare a Brescia perché avrebbero offerto analoghe false speranze alla famiglia di un bambino sempre malato di tumore.
Apriamo la pagina culturale. Dal 27 giugno al 14 settembre i Musei Nazionali di Bologna con il MAMbo presentano Il Giardino delle Risonanze. La Pinacoteca Nazionale di Bologna incontra il MAMbo, una mostra ideata da Costantino D'Orazio e Lorenzo Balbi e curata da Giulia Adami e Valerio Mezzolani. Un’esposizione che ha il suo fulcro nel Salone degli Incamminati della Pinacoteca di Bologna e in un percorso fra oltre trenta opere provenienti dai depositi e dal Gabinetto dei disegni e delle stampe - più alcuni prestiti dal Museo Morandi e dalla Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio - in dialogo con quelle di sedici artisti rappresentativi della scena bolognese contemporanea. Parallelamente, il MAMbo ospiterà un focus per mettere in luce le risonanze che nascono dall’incontro tra le eterogenee collezioni dei due musei. Costantino D'Orazio. (AUDIO)