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Queste le principali notizie da Bologna e dall’Emilia-Romagna del 29 gennaio 2024.

In apertura l’ambiente. Ancora proteste per il cantiere della demolizione delle scuole medie Besta di Bologna. Il comitato – in presidio permanente - ha manifestato anche stamattina: gli attivisti si sono legati agli alberi e hanno anche esposto striscioni di protesta contro il Comune. Si sono registrati anche alcuni momenti di tensione, quando i vigili hanno bloccato a terra alcuni attivisti che protestavano. Due giorni fa il Comitato Besta aveva solidarizzato con un altro comitato, nato contro l'abbattimento di alcuni alberi in via Ferrarese per il cantiere della linea Verde del tram. Proteste che sfociano anche in provincia, in particolare a Riale di Zola Predosa, dove Wwf e Legambiente si oppongono all'abbattimento di 15 alberi per costruire alloggi di lusso. Le parole di Antonio Farneti, presidente del Circolo Setta-Samoggia-Reno di Legambiente. (AUDIO)

Restiamo in tema ambientale. Continua l'allerta smog in Emilia-Romagna, dove sono state prorogate fino a mercoledì 31 gennaio compreso le misure emergenziali per la qualità dell'aria: tra queste, lo stop ai diesel Euro 5. Il provvedimento rientra tra quelli previsti a livello regionale. È quanto stabilito in seguito alle proiezioni di Arpae relative al possibile sforamento dei valori limite giornalieri delle polveri sottili pm10. Fino a mercoledì, giorno del nuovo monitoraggio, sono previsti lo stop ai diesel Euro 5, dalle 8.30 alle 18.30, nei comuni con più di 30mila abitanti e l'abbassamento delle temperature medie nelle abitazioni fino a 19 gradi e negli spazi commerciali e ricreativi fino a 17 gradi.

Passiamo alla mobilità. Sulla Città 30 il sindaco di Bologna Matteo Lepore conferma che tirerà dritto. "Sto trovando conferma nel dialogo coi cittadini che dobbiamo andare avanti. In tanti mi fermano – assicura - e mi dicono di tenere duro, serve il confronto ma non dobbiamo tornare indietro perché la sicurezza stradale è una priorità". Lepore respinge anche la richiesta di limitare il provvedimento al solo centro storico, dove peraltro è già in vigore da anni. "Io mi chiedo: i cittadini che risiedono fuori dal centro storico non hanno diritto a strade sicure? Invito a guardare Bologna con gli occhi dei cittadini che vivono in tutti i nostri quartieri. Col giusto confronto saremo contenti di un provvedimento che si sta già dimostrando positivo". Intanto oggi è previsto l'incontro voluto dai sindaci appunto con l'obiettivo di rilanciare la questione della sicurezza stradale e del limite dei 30 all'ora nelle aree urbane.

Se la giunta non torna sui suoi passi, non lo fanno nemmeno i contrari a Città 30. Dopo il presidio sotto Palazzo D'Accursio del 25 gennaio, ancora una manifestazione si svolgerà il 6 febbraio. Non sono ancora stati resi noti i dettagli della protesta, che prenderà il via alle ore 18, organizzata dal movimento "Una Bologna che cambia", il movimento nato ad ottobre 2020 che alle ultime amministrative ha candidato Fabio Battistini, poi battuto da Matteo Lepore. "Come Lega aderiamo e saremo presenti personalmente in rappresentanza del nostro partito”, spiegano in una nota il segretario cittadino della Lega Cristiano Di Martino e il capogruppo in consiglio comunale Matteo Di Benedetto.

Ora l'istruzione. La guardia di finanza di Bologna, coordinata dalla Procura, ha individuato un sistema fraudolento che ha consentito, a oltre 300 studenti stranieri delle Università dell'Emilia-Romagna, di ottenere l'indebita assegnazione di borse di studio per un importo complessivo di circa un milione di euro, in parte finanziate con risorse del Pnrr. Il sistema, ideato da cinque cittadini asiatici, di cui tre ex studenti dell'ateneo bolognese, prevedeva la falsificazione dei documenti che i connazionali appena iscritti ai corsi universitari dovevano allegare alle istanze per ottenere il sussidio economico da Er.go, l'Azienda regionale per il diritto agli studi superiori dell'Emilia-Romagna. Gli accertamenti sono scattati dopo le segnalazioni di Er.go a seguito dei controlli a campione, sugli anni dal 2018 al 2021, svolti dallo stesso ente sulle tante domande, circa 25mila, inoltrate per l'ottenere una borsa di studio. È stato così possibile bloccare l'erogazione di finanziamenti per quasi 400mila euro e ottenere la restituzione, a oggi, di oltre 200mila euro.

Restiamo in tema. Diventare insegnanti rischia di diventare "un privilegio per pochi". Ne sono convinte le associazioni universitarie di centrosinistra a Bologna, che hanno indetto un presidio di protesta per domani, martedì 30 gennaio, davanti al Rettorato in occasione della seduta del Cda d'Ateneo. Il sit-in è indetto da Link, Sinistra Universitaria, Rete degli universitari, Udu, Scienze indipendenti e Adi "per manifestare dissenso sulle scelte che l'Ateneo sta assumendo sulla Riforma Bianchi", cioè sulle nuove regole per l'accesso alla carriera da insegnanti e sulla formazione dei docenti. Secondo le associazioni, infatti, "i costi ricadranno sui singoli studenti e arriveranno a costare fino a 2.400 euro per il percorso da 60 CFU e 1.900 euro per il percorso da 30 CFU". I rappresentanti degli studenti hanno proposto una mozione in Senato accademico, per chiedere all'Alma Mater di "ridurre i costi del percorso con l'obiettivo di renderlo più accessibile", ad esempio rivedendo la tassazione e considerando formule di rimborso economico sulla base del reddito Isee. Si chiede poi all'Ateneo di Bologna di "lavorare in stretto raccordo con Ergo per gli alloggi per chi accede al percorso" e organizzare "appelli di laurea straordinari" a beneficio per chi vuole accedere alla formazione per insegnanti. Le proposte però "sono rimaste inascoltate da parte dell'Ateneo, che le ha bocciate in sede di Senato accademico- contestano gli studenti- ignorando l'iniquità di tale riforma, che rende la possibilità di diventare insegnanti un privilegio riservato solo ed esclusivamente a chi può permettersi di sostenere gli alti costi".

Voltiamo pagina. L'Italia è un Paese razzista. E avere la cittadinanza italiana può semplificare la vita, ma non basta a non essere considerati come 'ospiti'. A esserne convinti sono i ragazzi di seconda generazione, che nonostante questo si sentono comunque pienamente italiani e anzi sono orgogliosi di esserlo, così come sono fieri delle proprie origini. A mettere in luce questo conflitto è una ricerca condotta nell'ultimo anno dall'Ires Emilia-Romagna, l'istituto di ricerche sociali della Cgil, presentata questa mattina a Bologna. L'indagine è stata condotta attraverso un questionario a cui hanno risposto 642 giovani: un terzo ha meno di 18 anni, un terzo ha tra 19 e 25 anni, un terzo è over 25. Fabjola Kodra, ricercatrice dell'Ires Emilia-Romagna. (AUDIO)

Apriamo la terza pagina. Si intitola “Abbandona gli occhi” la mostra di Patrick Tuttofuoco che inaugura domani e resterà allestita fino al 18 febbraio a Palazzo De’ Toschi in piazza Minghetti a Bologna. L’esposizione rientra nel programma di Art City. Le parole dell’artista. (AUDIO)