Queste le principali notizie da Bologna e dall’Emilia-Romagna del 2 febbraio 2024.
In apertura nuovamente la mobilità. Il sindaco di Bologna Matteo Lepore risponde alla direttiva del ministro Matteo Salvini su Città 30, che tenta di ingabbiare il progetto costringendo i Comuni, anche quelli di centrodestra, a specificare strada per strada il perché e i tempi dei limiti di velocità. Dopo aver paragonato in un post sui social Bologna al villaggio gallico di Asterix e Obelix e il Ministero all’impero romano, il primo cittadino afferma di non aver problema a giustificare il provvedimento, ma mette in guardia sull’utilizzo della burocrazia per zittire la politica. Le parole di Lepore. (AUDIO)
Intanto saranno allestite 30 postazioni sia in città e in provincia contro la "Città 30". A organizzare la "gazebata" di sabato 3 febbraio la Lega cittadina. "Siamo contrari all’imposizione della Città 30, è una misura su cui i cittadini devono poter scegliere, per questo chiediamo da giugno un referendum - dice il capogruppo del Carroccio in consiglio comunale Matteo Di Benedetto - Per questa ragione, questo sabato mattina, saremo presenti con 30 postazioni su tutto il territorio di Bologna e della provincia. Lepore e il PD vogliono paralizzare Bologna, compresi tutti coloro che risiedono in provincia e per necessità lavorano, studiano o transitano dalla città, e progressivamente tutti i comuni del territorio. Raccoglieremo le firme di tutti coloro che sono contrari, per informare e tenerli aggiornati sugli sviluppi relativi al referendum e a quanto stiamo facendo come ministero, a Roma, per fare chiarezza sull’utilizzo dello strumento dei 30 km/h".
Passiamo alla sanità. La Regione fa un bilancio dei primi tre mesi dei Cau, i centri di assistenza e urgenza pensati per alleggerire i pronto soccorso dalla forte pressione che subivano. Per l’assessore regionale Raffaele Donini il bilancio è positivo. Gli accessi in questi primi tre mesi nei 30 Cau operativi sono stati 50mila e l’obiettivo è di arrivare a 500mila all’anno. Le parole di Donini. (AUDIO)
Restiamo in tema sanitario. Un 91enne ospite di una casa di cura è morto solo dopo essere stato trasferito dalla rsa in ospedale a Rimini per accertamenti. Sua figlia, unica parente stretta, non sarebbe stata avvisata e nessuno dei parenti ha potuto raggiungere l'anziano al capezzale. La figlia, residente a Cesenatico, non ha saputo nulla fino a otto giorni dopo e, tra l'altro, quasi per caso, per una telefonata della rsa che si informava della salute del padre. "Abbiamo lasciato all'autorità giudiziaria le eventuali ipotesi su cui basare un'indagine. I risvolti di questa vicenda potrebbero essere sia penali che civilistici con risarcimento del danno", ha dichiarato l'avvocato Angelo Soragni, che ha presentato una denuncia querela ai carabinieri di Cesenatico per la morte in ospedale a Rimini dell'anziano. "Il paziente era ricoverato in una Rsa in provincia di Rimini dal 2021 - spiega il legale della famiglia - Era stato trasferito in ospedale, ma nessuno ha avvisato la figlia che è venuta a conoscenza del decesso del padre solo otto giorni dopo".
Spostiamoci a Reggio Emilia. Il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e la sua Giunta hanno accolto l'invito del consigliere comunale di Europa Verde Paolo Burani. La prossima settimana, dunque, sulla facciata del municipio sarà proiettata per chiedere la fine delle ostilità a Gaza la scritta "cessate il fuoco ora". La campagna internazionale, a cui hanno aderito già diverse città italiane come Roma e Firenze, è partita da alcuni mesi per dare un segnale contro l'escalation di violenza innescata dagli attacchi del 7 ottobre. "In queste settimane abbiamo condiviso molteplici iniziative volte a chiedere il cessate il fuoco", spiega il sindaco Vecchi, secondo cui "la proposta di Europa Verde è condivisibile e la Giunta ha già deliberato in tal senso". Dunque "nei prossimi giorni daremo concretezza all'iniziativa così come tante altre città italiane stanno facendo", conclude il primo cittadino.
Ora la giustizia. È iniziata, ieri in commissione Affari costituzionali alla Camera, la discussione sull'istituzione di una "Commissione parlamentare di inchiesta sulle connessioni del terrorismo interno e internazionale con gli attentati, le stragi e i tentativi di destabilizzazione delle istituzioni democratiche avvenuti in Italia dal 1948 al 1992 e sulle attività svolte dai servizi segreti nazionali e stranieri, anche relativamente alla scomparsa di Graziella De Palo e Italo Toni e all'attentato del 1982 alla Sinagoga di Roma". E subito il Pd ha sentito puzza di bruciato, in linea con i timori da tempo espressi dai parenti delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 che vedono nelle proposte di commissioni di inchiesta tentativi di alimentare verità alternative a quelle che escono dai processi. Il deputato dem Federico Fornaro ha espresso la preoccupazione e sospetto che "obiettivo dei proponenti sia esclusivamente quello di acquisire il cosiddetto Lodo Moro, con l'esclusivo fine di proporre una diversa ricostruzione della strage di Bologna". I deputati dem, in particolare lo stesso Fornaro insieme a Gianni Cuperlo, hanno ricordato peraltro che c'è già stata più di una commissione parlamentare di inchiesta a indagare sui fatti di terrorismo in Italia.
Infine l’inquinamento. Restano in vigore fino a lunedì 5 febbraio compreso, in tutta l'Emilia-Romagna, le misure emergenziali previste dalla manovra antismog della Regione, che limitano la circolazione dei veicoli più inquinanti inclusi i diesel Euro 5. L'attivazione è decisa da Arpae sulla base delle previsioni di superamento dei valori limite giornalieri delle Pm10, con un bollino rosso nel bollettino emesso oggi nel proprio sito. In base al provvedimento, prosegue anche il divieto di utilizzare biomasse nei generatori di calore con certificazione inferiore a quattro stelle nelle abitazioni dotate di riscaldamento alternativo. È prevista, inoltre, la riduzione delle temperature negli ambienti di vita riscaldati a un massimo di 19 gradi nelle case, negli uffici, nei luoghi per le attività ricreative, associative o di culto, nelle attività commerciali. La temperatura va ridotta fino a un massimo di 17 gradi nei luoghi che ospitano attività industriali e artigianali.