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Queste le principali notizie da Bologna e dall’Emilia-Romagna del 5 dicembre 2023.

In apertura il lavoro. Seconda giornata consecutiva di sciopero alla Covisian, azienda che gestisce in appalto il call center di Hera. Lavoratrici e lavoratori hanno incrociato le braccia in solidarietà con un collega licenziato per aver pronunciato una bestemmia in seguito al blocco del sistema informatico. Una punizione che è apparsa troppo dura ai sindacati e ai colleghi dell’uomo, un 55enne, che difficilmente potrà trovare un nuovo lavoro. Le parole di Gianluca Barletta, delegato della Slc Cgil. (AUDIO)

Ancora il lavoro e ancora uno sciopero, questa volta nella sanità. Medici e infermieri escono dai padiglioni del Sant'Orsola e si fanno sentire al grido di "sanità pubblica": anche a Bologna va in scena la protesta del personale sanitario in occasione dello sciopero nazionale proclamato dai Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing up. Con fischietti, bandiere e cartelli i medici e gli infermieri si sono riuniti in presidio davanti al Pronto soccorso di via Albertoni, occupando i portici e debordando sulla strada. Le parole dei delegati sindacali in piazza. (AUDIO)

Restiamo in tema. Nella notte tra il 4 e il 5 dicembre è stata firmata l’ipotesi l’accordo tra la Rsu, i sindacati Fiom e Fim e Automobili Lamborghini che prevede una importante riduzione dell’orario di lavoro, l'aumento del salario annuale, 500 nuove assunzioni, un percorso di miglioramento sugli appalti continuativi del sito, consolidamento e implementazione dei diritti e la tutela delle differenze: "Lavorare meno e lavorare meglio, questo è il principio che ha guidato questa trattativa, e che si pone all’interno di un ragionamento più complessivo. In un momento dove si attacca il potere di acquisto di chi lavora, mentre non vengono toccati i grandi patrimoni e gli extraprofitti, la trattativa in Lamborghini pone alcuni punti cardine: ridurre l’orario, alzare il salario, tutelare chi lavora in condizioni peggiori e dare sempre più strumenti per il contrasto alla violenza di genere" commentano le sigle sindacali. Dopo un anno di trattative, arriva l’importante traguardo della settimana corta. Nei prossimi giorni l’ipotesi sarà presentata alle lavoratrici e ai lavoratori dell’azienda e sarà sottoposto al referendum confermativo.

Passiamo al conflitto in Medio Oriente. Tre leader religiosi scendono in piazza a assieme, oggi pomeriggio a Bologna, per chiedere pace tra Israele e Palestina e il sindaco della città, Matteo Lepore, sottolinea quanto questo non sia scontato. È "importantissima la partecipazione dei leader religiosi perchè si espongono: ognuno di loro è in difficoltà nella propria situazione, ognuno ha parole che vorrebbe sentire e altre che non si vorrebbero sentire", ma stanno facendo "uno sforzo enorme perchè mettere da parte le proprie emozioni e dubbi e cercare punti di incontro è uno sforzo enormemente importante", ben sapendo che "ognuno di noi in questo conflitto ha delle contraddizioni" che si porta dietro. In piazza assieme oggi scendono assieme Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, Yassine Lafram, presidente delle comunità islamiche d'Italia, Daniele De Paz, presidente della comunità ebraica di Bologna. Oggi "mi aspetto una risposta di riflessione. Abbiamo bisogno di unirci e chiedere che tacciano le armi e la disumanizzazione" anche della politica, dice Lepore.

Restiamo in tema. Dopo l’appello di 600 tra docenti e personale amministrativo per il cessate il fuoco a Gaza, il mondo accademico bolognese torna a mobilitarsi, senza però l’appoggio del Senato e del Rettore. Giovedì prossimo, 7 dicembre, alle 17 nell’aula C di via San Petronio Vecchio si terrà un’assemblea pubblica promossa proprio dai promotori dell’appello. Le parole di Francesca Biancani, docente dell’Università di Bologna. (AUDIO)

Passiamo alla politica. La destra continua ad insistere sulla torre Garisenda. "Delle due l'una: o il sindaco di Bologna sapeva e non ha fatto niente - cosa gravissima, che metterebbe in discussione il fatto che possa continuare a svolgere il suo lavoro, oppure il presidente del Comitato, che fa capo al Comune e che è anche direttore del settore edilizia pubblica, non gli ha riferito mai nulla, e allora però c'è da domandarsi il perché continui ad essere lì". Lo ha detto la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni rispondendo alla Camera all'interrogazione presentata dai deputati Davide Bergamini e Laura Cavandoli della Lega in merito alle iniziative sulle condizioni precarie della Torre Garisenda di Bologna. Borgonzoni ha ricostruito gli interventi realizzati e ha raccontato come negli anni si è lavorato per la Torre. "Ricostruzioni errate posticipano la data in cui si è appreso quanto stesse avvenendo alla Torre. Infine, la sottosegretaria ha aggiunto: "Ritengo che ci siano state delle inerzie da parte del Comune. Ci sono dei documenti che parlano di una preoccupazione per il rischio collasso della Torre, una preoccupazione non solo per il bene ma anche per la cittadinanza che non è stata ascoltata e portata all'attenzione del Comune, nonostante siano state fatte sollecitazioni al Comune di Bologna anche da parte delle opposizioni. La Procura ha aperto un fascicolo. Spero vengano svolte indagini accurate - ha concluso - perché non si può fingere che avrebbero potuto verificarsi eventi pericolosi per i cittadini".

Voltiamo pagina. La relazione dell'Ausl che dovrebbe far luce sull'impatto dell'aeroporto Marconi sulla salute dei residenti del Navile non e' ancora pronta. "Insoddisfatti" i Verdi, che sono tornati a chiedere lumi oggi al question time della Regione. Ma la risposta fornita dall'assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, è che lo studio non c'è ancora. "L'aeroporto Marconi ha consegnato lo scorso 26 giugno le mappe isofoniche aggiornate al 2021", spiega Donini. In base anche a queste informazioni, oltre che alle informazioni sanitarie disponibili sul 2022, l'Ausl bolognese sta elaborando la relazione "per valutare le conseguenze dell'impatto acustico dei sorvoli aeroportuali sulla salute dei residenti di Bologna nelle aree distinte per linee isofoniche", aggiunge l'assessore. Certo, il ritardo c'e'. Lo studio, infatti, "si ipotizzava fosse disponibile per la fine di novembre" ma non e' ancora completo, anche se "dovrebbe essere alle fasi di revisione finale". In ogni caso, informa ancora Donini, "abbiamo sollecitato l'Ausl di Bologna a fornire riscontro nel più breve tempo possibile, vista l'importanza dello studio e delle valutazioni che ne conseguiranno insieme al Comune di Bologna e ai cittadini coinvolti". Male, per Silvia Zamboni dei Verdi, "che non sia ancora pronto a dicembre, quando doveva essere pronto ad aprile. Spero che questo studio si concluda, lo dobbiamo ai cittadini", aggiunge.

Ora la violenza di genere. Era stato denunciato più volte dall'ex compagna a causa delle molestie con cui da anni la vessava: botte, violenze psicologiche e minacce. Finché lo scorso sabato i Carabinieri non sono intervenuti nuovamente, stavolta eseguendo l'ordinanza di misura cautelare di divieto di avvicinamento alla donna e ai luoghi che abitualmente frequenta. È successo a Castel San Pietro Terme. A essere sottoposto al braccialetto elettronico è stato un operaio 55enne residente, pregiudicato e accusato di atti persecutori. Già nel 2021 l'uomo era stato denunciato dalla 38enne per violenze fisiche e psicologiche, per le quali era già stato oggetto di un provvedimento di allontanamento dalla casa in cui viveva con la famiglia, con successiva condanna e pena sospesa. I due si erano però incontrati di nuovo per dei chiarimenti, e a marzo dello scorso anno l'uomo era tornato a vivere con la donna e le sue figlie. Un finto pentimento, dato che già dopo qualche settimana veva ricominciato a insultare e minacciare la compagna, accusandola di avere un'altra relazione e intimandole di andare via dall'abitazione. Impaurita, a ottobre la donna lo ha denunciato di nuovo, allontanandosi dalla loro casa insieme alla figlie. Da lì sono scattati gli accertamenti che hanno portato all'esecuzione della misura cautelare.