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Mi sono chiesto: cos'è davvero la zizzania? È una pianta infestante, qualcosa che rovina il campo. Ma il cuore della parabola non è solo una lezione agricola: è un messaggio profondo che Gesù vuole trasmetterci. Una delle domande centrali che ci viene posta è: da dove viene il male? La parabola è molto chiara nel dirci che il male, quella zizzania che vediamo nel nostro campo, non nasce da noi. Viene da una fonte esterna, e questa fonte ha un nome: il nemico.

Questo è già un punto fondamentale. È confortante, in un certo senso, sapere che quel male che a volte ci soffoca o ci intralcia non è necessariamente frutto della nostra volontà. Certo, possiamo avere delle responsabilità nel modo in cui lo affrontiamo o reagiamo, ma la sua origine, ci dice Gesù, è esterna.

Il Rischio di Estirpare il Male Troppo Presto

La seconda domanda che emerge è: si può togliere il male dal campo? La risposta della parabola è sorprendente. Non bisogna intervenire subito. Marco ce lo ricorda: bisogna aspettare che cresca. Perché? Perché se si tenta di togliere la zizzania subito, si rischia di strappare anche il grano buono.

Questo è davvero illuminante. Siamo abituati a voler “pulire” subito tutto, a togliere ciò che è sbagliato o storto. Ma il rischio è enorme: nel nostro desiderio di purificare, possiamo danneggiare anche ciò che è prezioso. Così, zizzania e grano devono crescere insieme per un tempo. Solo in seguito, si potrà fare la distinzione.

Il Male Si Rende Visibile Solo Col Tempo

Un altro punto importante è che ci si accorge della zizzania solo quando le piante crescono, anzi, quando fanno frutto. Questo significa che il male si manifesta chiaramente solo più avanti, non subito. E questo lo rende difficile da riconoscere e da gestire.

Il padrone del campo dice chiaramente: “Lasciate che l'una e l'altra crescano insieme”. È un’indicazione che va contro il nostro istinto. Noi vorremmo eliminare subito ciò che non va, ma la logica del Regno di Dio è diversa. Questo approccio mi ha fatto pensare a quello che ci raccontava Salvatore riguardo al rione Sanità: “È tutto buono”. Ma davvero tutto è buono? No, c’è ancora tanto da fare, ci sono ancora problemi, “zizzania” appunto.

Un Cammino Lento ma Fiducioso

E allora come si affronta tutto questo? Come si lavora in un luogo dove bene e male convivono? La risposta non è la scorciatoia. Salvatore ci ha detto che si va avanti piano piano, e questa è la strada giusta. Non bisogna avere fretta, ma continuare a coltivare il bene, perché, crescendo, sarà il bene a prevalere. Quando il grano sarà abbondante, la zizzania non avrà più la forza di rovinare tutto.

Alla fine, la mietitura farà giustizia: prima verrà raccolta e bruciata la zizzania, poi il grano sarà custodito. Questa è un'immagine potente che sento vicina anche ai nostri giorni. Nulla del bene andrà perduto, niente sarà sprecato. È un messaggio di speranza, di fiducia nella forza del bene.

La Forza del Bene nel Nostro Campo

Anche nella mia vita personale, mi rendo conto che spesso mi trovo a convivere con situazioni difficili, con ostacoli, con “nemici” che non dipendono da me. Sono situazioni che fanno soffrire, che sembrano rubarmi il respiro. Ma questa parabola mi invita a non temere. A lasciare che le cose crescano insieme, a proteggere e coltivare il bene che c’è in me e attorno a me.

Il bene, mi dice Gesù, è più forte. Ma fine, sarà quello a restare. E ci sarà un giudizio positivo che non lascerà disperdere nulla di ciò che è buono nel mio campo. Questo mi dà speranza, e mi invita a guardare la mia vita e il mondo con pazienza, fiducia e amore.