La stanchezza di Dio: un interrogativo provocatorio
Don Andrea inizia la sua omelia soffermandosi su un tema provocatorio tratto dalla prima lettura: “Non vi basta stancare gli uomini perché ora vogliate stancare anche il mio Dio?”. Si chiede se sia possibile stancare Dio con le azioni negative e la durezza del popolo. Richiama il Vangelo della domenica precedente, dove Dio si trova di fronte a un fico sterile e ha la tentazione di tagliarlo. Questo porta alla riflessione sulla pazienza divina e sulla sua eventuale fine.
L'azione di Dio nella storia: tra giudizio e misericordia
Proseguendo, don Andrea collega questa tematica con il profeta Geremia, il quale narra del popolo condotto in esilio come conseguenza delle sue colpe. Si chiede se questo possa essere un segno della stanchezza di Dio o della fine della sua misericordia. Tuttavia, conclude che Dio non si stanca mai davvero, ma anzi rinnova continuamente la sua relazione con il popolo, trovando nuove strade per salvarlo. Il segno più grande di questa volontà di salvezza è proprio quello che celebriamo nella festa dell'Annunciazione: la Vergine concepirà un figlio, chiamato Emanuele, ossia “Dio con noi”.
La scelta di Dio: la dinamica madre-figlio
Dio sceglie di rinnovare la sua alleanza con gli uomini attraverso la dinamica della nascita, la generazione della vita. Don Andrea sottolinea che questa è la più grande sorpresa della misericordia divina. Tuttavia, nel caso di Maria, la nascita non è solo un evento naturale: il bambino, concepito dagli Spirito Santo, che nasce è Dio stesso, che sceglie di farsi uomo e di condividere pienamente l'esperienza del popolo.
L'incarnazione: Dio diventa parte del suo popolo
L'incarnazione segna un punto di svolta nella relazione tra Dio e l'umanità: il Verbo si fa carne e diventa il Figlio dell'Altissimo. Dio non è più un osservatore distante, ma si inserisce nella storia umana fino a offrirsi completamente per la redenzione del mondo. Tuttavia, questa dinamica della vita generata e della salvezza è costantemente minacciata. Don Andrea richiama un evento di attualità: la strage di bambini a Gaza dopo la fine della tregua, la giornata con più morti infantili dall'inizio del conflitto. Questo dramma evidenzia la fragilità della vita e della speranza nel mondo.
La fragilità della strada di Dio
Dio insiste nel donare la vita e nel non stancarsi dell'umanità, ma questa strada è fragile. L'Annunciazione ci ricorda che Dio stesso si fa bambino e viene in mezzo a noi. Non sarà preservato dalla sofferenza e dalla morte, ma continuerà ad essere “Dio con noi”, accompagnando l'umanità nelle sue difficoltà.
Il Sì di Maria e la nostra risposta
Tutto questo è reso possibile dal Sì di Maria, che accoglie il mistero di Dio con piena libertà. Don Andrea si interroga, in modo provocatorio e scherzoso, se altre donne prima di lei avessero detto di no. Don Giuseppe Ponzoni gli ha detoo che questa ipotesi non ha senso teologicamente: l'Immacolata è unica! Alla fine, però, l'omelia si chiude con un invito: anche noi siamo chiamati a dire il nostro Sì. Se ci apriamo con gioia all'accoglienza di Dio, non lo stancheremo, ma entreremo nella dinamica della vita nuova che Lui ci dona.