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Riflettendo sulle persone che hanno visto il Signore Risorto e gli hanno creduto, mi è sembrato chiaro che ci fossero due caratteristiche principali che le accomunavano. Da una parte, la loro piccolezza, marginalità e semplicità. Erano persone senza istruzione, provenienti dalle periferie della società. Penso a Maria di Magdala, dalla quale Gesù aveva scacciato sette demoni, o ai due discepoli che andavano verso la campagna, che ricordano quelli di Emmaus. Anche gli stessi Apostoli erano uomini semplici, senza particolari titoli o cultura.

Questa realtà metteva in difficoltà i potenti del tempo, come i membri del Sinedrio. Nei versetti che abbiamo ascoltato, appare evidente che la piccolezza non rappresenta un ostacolo, ma al contrario diventa un terreno privilegiato per l'annuncio della Risurrezione. Mi colpisce molto questa logica di Dio, così diversa dalla nostra. Noi, infatti, tendiamo a considerare la semplicità, il peccato o la lontananza come impedimenti alla nostra relazione con Lui. Invece, Dio sembra proprio cercare questi cuori semplici.

Il Coraggio dell’Annuncio

L'altra caratteristica che emerge fortemente è la franchezza e il coraggio nell'annunciare l'incontro con il Risorto. Maria di Magdala, ad esempio, non si tiene la notizia per sé, ma corre subito ad annunciarla a chi era nel lutto e nel pianto. Anche i due che andavano in campagna tornano indietro per raccontare quello che avevano vissuto.

Gesù stesso, rivolgendosi agli Undici, dopo averli rimproverati per la loro incredulità e durezza di cuore, li invia a proclamare il Vangelo a ogni creatura. L'espressione è fortissima e ci fa capire che la piccolezza e l'annuncio vanno di pari passo: è come se, avendo incontrato il Risorto, non si potesse più tacere. Non possono nemmeno disobbedire a Dio, dice la Prima Lettura.

Una Forza Nuova che Cambia la Vita

Questa forza dell'annuncio è impressionante. Ricevuta la salvezza, i discepoli sperimentano una potenza di bene che si manifesta in modi concreti: scacciare demoni, parlare lingue nuove, prendere in mano serpenti senza subirne danno, resistere persino al veleno. È una forza bellissima, che non cancella la loro semplicità, ma la trasfigura, rendendoli coraggiosi e franchi.

La salvezza passa proprio attraverso questi annunciatori così particolari. Persone che restano semplici ma sono profondamente cambiate dalla vita nuova ricevuta dal Risorto.

Il Canto di Ringraziamento

Il Salmo di oggi sembra sintetizzare perfettamente tutto questo: "Mia forza e mio canto è il Signore, Egli è stato la mia salvezza." Nella prima strofa, si parla di grida di giubilo, di vittoria e di salvezza nelle tende dei giusti. È come se, partendo da una condizione di piccolezza, lontananza o persino di buio e malattia, ricevuta la notizia della Risurrezione, si venisse trasformati in persone incapaci di tacere, spinte a cantare un inno di gioia.

L’Esempio di Papa Francesco

In questi giorni, pensando a Papa Francesco, ritrovo conferma di tutto questo. Anche lui, in molti aspetti, è una persona franca e semplice. Eppure ha toccato il cuore di tante persone che si sono sentite raggiunte dalla sua parola e, a loro volta, sono diventate annunciatori.

Ringraziamo allora il Signore per questa comunione che si crea tra tutti coloro che hanno incontrato il Risorto. Una comunione che diventa un grande canto di ringraziamento, dove ognuno si fa dono e testimonianza per l'altro, perché in fondo siamo tutti nella stessa condizione.