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Oggi la Parola ci propone una scelta coraggiosa, assoluta, radicale: obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Questa è la posizione che Pietro prende davanti al Sinedrio, che gli aveva vietato di annunciare il Vangelo.

In questi giorni stiamo seguendo negli Atti degli Apostoli proprio questo percorso: Pietro e gli altri Apostoli non possono trattenersi dall’annunciare la vita nuova, perché Cristo è risorto, è il Signore, è il Messia.

Gli Apostoli si espongono, mettono la faccia, rispondono all'invito dell’angelo che aveva detto loro: “Uscite e andate nel Tempio ad annunciare.” Obbediscono con prontezza. Che bello questo verbo “obbedire”, così centrale nella Parola di oggi, nel Vangelo e anche nella figura di san Giuseppe. L’obbedienza non è un atto di debolezza o ribellione, ma qualcosa di molto più profondo.

L'obbedienza come fedeltà

A prima vista, potrebbe sembrare che Pietro si ribelli al Sinedrio, ma in realtà è l’opposto: sta vivendo un atto di fedeltà. È fedele alla chiamata ricevuta, fedele alla vita nuova che ha sperimentato. La sua obbedienza è una risposta al dono ricevuto: non può fare altro che testimoniare la Risurrezione.

E dice qualcosa di bellissimo: di questi fatti – della Risurrezione di Gesù – siamo testimoni noi e lo Spirito Santo. C’è una collaborazione viva con lo Spirito. Lo Spirito accompagna questa obbedienza, la sostiene. È Dio stesso, attraverso lo Spirito, a muovere Pietro e i suoi compagni, a dar loro voce.

Anche Giuseppe, fin dall'inizio, è mosso dallo Spirito. Dal sogno in cui riceve la parola di Dio, lui si lascia guidare. Sente nel cuore la presenza viva di Dio che lo spinge ad agire, ad obbedire. E in questo tempo pensiamo anche a Papa Francesco e a tante altre persone che, apparentemente “fuori dagli schemi”, vivono un’obbedienza profonda alla Parola. Chiediamoci: siamo disposti anche noi a lasciarci guidare dallo Spirito?

L’urgenza dell’obbedienza secondo il Vangelo

Il Vangelo di Giovanni oggi ribadisce in modo chiaro: chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita. È una parola forte, decisa. Il Figlio viene dall’alto, viene dal cielo, dice le parole di Dio. E chi non lo ascolta, non vedrà la vita.

Ma c’è anche un messaggio di speranza. Questo Figlio dà lo Spirito senza misura. A volte l’obbedienza può sembrare difficile, anche perché pensiamo alle situazioni concrete e quotidiane: nel lavoro, in famiglia, nelle piccole cose di ogni giorno. Ci sembrano magari obbedienze banali, più faticose, ma in realtà sono parte della stessa obbedienza al Vangelo. Non sono meno importanti. E che dono sapere che lo Spirito ci viene dato senza misura per sostenerci!

Modelli di obbedienza: Giuseppe e Maria

Oggi, primo maggio, iniziamo il mese dedicato a Maria, e celebriamo anche san Giuseppe lavoratore. Che splendide figure di obbedienza semplice e piena di Spirito Santo! Entrambi hanno vissuto con umiltà questa vicinanza con Dio. Hanno sentito il Signore vicino, l’hanno ascoltato, seguito, accolto.

Il Salmo di oggi ci rassicura: “Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, salva gli spiriti affranti, da tutti i mali libera.” È bello sapere che possiamo invocare questa vicinanza del Signore, attraverso l’intercessione di Giuseppe e Maria. E così anche noi possiamo essere liberati dalle nostre paure, pigrizie, affanni. Per avere quella stessa forza e gioia degli Apostoli, quella energia dell’obbedienza che è anche energia di annuncio e di testimonianza viva della Risurrezione.