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Nel Vangelo viene sottolineato un elemento inaspettato: le donne, appena lasciato il sepolcro, sono prese da un duplice sentimento, il timore e la gioia grande. Questo abbinamento colpisce perché il timore deriva dalla paura vissuta davanti all’apparizione dell’angelo, che secondo Matteo scende dal cielo e rassicura le donne. È interessante il contrasto tra le guardie, che dalla paura rimasero come morte, e le donne, che invece ricevono subito un messaggio di rassicurazione: “Voi non abbiate paura”.

Anche Gesù, quando appare loro subito dopo, ripete lo stesso invito: “Non temete”. Il timore, pur presente, viene quindi accompagnato da una gioia intensa, che sembra unica nel racconto evangelico di Matteo.

La Gioia Grande delle Donne: Unica nel Racconto di Matteo

La gioia delle donne è legata non solo alla notizia straordinaria della risurrezione, ma anche alla missione che viene loro affidata: correre a dare l’annuncio ai discepoli. Questa gioia, definita “grande”, pare essere una caratteristica esclusiva del Vangelo secondo Matteo. Le donne sono le prime testimoni della risurrezione e ricevono la possibilità concreta di diventare annunciatrici della Buona Notizia.

L’Incontro Inatteso con Gesù Risorto

Un aspetto straordinario del racconto di Matteo, che non si trova negli altri Vangeli, è che Gesù stesso va incontro alle donne appena esse abbandonano il sepolcro. Questo momento è segnato da un saluto molto significativo: “Rallegratevi”, che richiama quello dell’angelo a Maria nell’annunciazione. È come se Gesù stesso volesse condividere e rafforzare la loro gioia, partecipando attivamente a quell’emozione intensa e luminosa.

Una Gioia Condivisa e Concreta

Il Salmo della prima lettura aggiunge un’ulteriore dimensione alla gioia: “Per questo si rallegrò il mio cuore… mi colmerai di gioia con la tua presenza”. Questa gioia, che appartiene a Gesù stesso per non essere stato abbandonato agli inferi, è ora condivisa con le donne. Gesù riconosce la gioia nei loro cuori e la rende piena nel loro incontro.

Le donne, in risposta, si avvicinano, gli abbracciano i piedi e lo adorano. È un gesto molto concreto, affettuoso e carico di significato. Questo momento suggella l’esperienza profonda e autentica del Risorto, non solo come figura spirituale ma come presenza reale e tangibile.

La Missione Affidata alle Donne e il Loro Nuovo Ruolo

Gesù ripete alle donne lo stesso messaggio dell’angelo: “Non temete, andate ad annunciare ai miei fratelli”. È significativo l’uso dell’espressione “miei fratelli” per indicare i discepoli, un linguaggio che rafforza il legame di comunione e affetto. L’invito ad andare in Galilea segna il punto di partenza per un nuovo cammino.

Questo dono inaspettato – l’incontro diretto con il Risorto – è accompagnato da un sentimento che, sebbene inizialmente ambivalente (timore e gioia), si orienta verso la liberazione e la missione.

Le Guardie: Un Annuncio Vuoto, Privo di Gioia

In netto contrasto con le donne, le guardie non vengono liberate dalla paura. Al contrario, rimangono sconvolte, “come morte”, e una volta rialzatesi vanno in città per raccontare l’accaduto ai capi dei sacerdoti. Tuttavia, il loro racconto appare piatto, privo di vitalità e forza. Non solo manca di gioia, ma viene anche manipolato e insabbiato attraverso la corruzione economica. È un annuncio che si spegne, che non vuole essere accolto ma nascosto, e che tuttavia si diffonde “fino ad oggi” su binari paralleli e opposti a quelli del Vangelo.

Vivere Oggi l’Incontro con il Risorto

Il messaggio finale della riflessione è un invito a vivere anche oggi questo incontro con il Signore risorto, specialmente nell’Eucaristia. Nei giorni di Pasqua possiamo assaporare, come le donne, quella combinazione di timore e gioia che si affolla nel cuore umano. Ma soprattutto possiamo incontrare il Risorto che ci apre a una vita nuova.

Come Pietro, anche noi siamo chiamati a non avere paura delle sfide, dei potenti, delle complessità della vita quotidiana. L’incontro con il Risorto ci rende capaci di affrontare tutto questo con coraggio e rinnovata speranza.