Dalle letture che abbiamo ascoltato, mi è sembrato molto evidente un aspetto fondamentale: tutto quello che Lucia e Luca hanno vissuto fino ad oggi – il loro volersi bene, il loro incontro, il conoscersi e il donarsi reciprocamente – trova un riflesso chiaro nella Parola di Dio. Anche il frutto del loro amore, il piccolo Gabriele, che è già entrato nel cuore di tutti noi, è parte di questa meravigliosa storia.
Questa vita bella che vivono non è solo bella di per sé, ma è descritta, quasi esplicitata, nello stesso linguaggio che Dio usa per parlare della relazione con il suo popolo.
Avete sentito il profeta Osea nella prima lettura? Il Signore dice: «La sedurrò, la condurrò nel deserto, parlerò al suo cuore... mi chiamerà marito mio, non padrone». È impressionante vedere come Dio, per parlare del suo rapporto con noi, usa le stesse parole, gli stessi gesti che noi utilizziamo per raccontare l’amore tra un uomo e una donna. E questo oggi lo vediamo realizzato in Lucia e Luca.
L’amore di Dio non è facile, ma è fedele
Sappiamo bene che il rapporto tra Dio e il suo popolo non è semplice: non sono tutte rose e fiori. Il popolo spesso si allontana, non ascolta, tradisce, si dimentica di Lui, corre dietro ad altri dèi. Eppure, Dio continua a usare il linguaggio dell’amore sponsale per parlare di sé e del suo popolo. Questo significa che il cuore stesso di Dio, il fondamento del suo essere con noi, è l’amore.
Lo dice chiaramente la prima lettera di Giovanni: «Amiamoci gli uni gli altri, perché Dio è amore». Dio non è un padrone, non è lontano: è amore. E potremmo dire che Lucia e Luca, scoprendosi a vicenda, non solo hanno trovato l’uno l’altra, ma hanno fatto un’esperienza di Dio. Perché amandosi, hanno potuto dire: “Ma allora Dio è così!”.
Il profeta Osea dice: «Tu sarai mia sposa e conoscerai il Signore». È proprio amando che conosciamo Dio. Non è solo una conseguenza teorica – “siccome Dio è amore, allora amatevi” – ma accade il contrario: amandoci, scopriamo Dio. È per questo che oggi Lucia e Luca vengono qui a consacrare il loro amore davanti a Lui: perché hanno iniziato un cammino di scoperta e vogliono viverlo per tutta la vita. Questa giornata non è un traguardo, ma una tappa: ogni giorno dovranno crescere in questa consapevolezza che l’amore che li unisce è immagine dell’amore di Dio.
L’amore si deve manifestare
C’è un altro punto molto bello: l’amore non può restare nascosto. L’apostolo Giovanni ci ricorda che «in questo si è manifestato l’amore di Dio: Egli ha mandato il suo Figlio nel mondo». L’amore di Dio non è qualcosa di astratto, di filosofico: è concreto, visibile. Dio ha sempre agito nella storia, ha liberato il suo popolo, l’ha salvato, fino al culmine quando ha mandato suo Figlio. E il Figlio ha dato la vita per noi, morendo sulla croce: la più grande manifestazione dell’amore di Dio per noi peccatori.
Perché dico questo? Perché oggi, scegliendo di celebrare il vostro matrimonio davanti a Dio e davanti a tutti noi, voi rendete visibile l’amore di Dio. È una manifestazione chiara, concreta, che vi affida anche una responsabilità: nel vostro amarvi dovrete continuare a rendere presente e visibile l’amore di Dio. Non un amore qualunque, ma quello stesso amore per il quale Cristo ha dato la vita.
Ogni vostro gesto – uno sguardo, una parola, una decisione, il modo di crescere Gabriele, il modo di essere tra gli amici – dovrà parlare di questo amore grande. Perché Dio si serve di voi, come si è servito dei vostri genitori, dei vostri amici, per continuare a comunicare il suo amore al mondo. E ancora l’apostolo Giovanni lo dice chiaramente: «Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di Lui è perfetto in noi». Che meraviglia!
Una testimonianza luminosa per tutti noi
Non è solo un conoscere Dio nel vostro amore, ma anche un renderlo visibile. E per questo ringraziamo il Signore oggi: perché attraverso di voi possiamo vedere l’amore di Dio che si manifesta. Lo vediamo nella vostra gioia di oggi, ma lo vedremo anche domani, tra dieci, cinquanta anni, ogni giorno che Dio vi donerà. Ogni istante del vostro amore sarà un riflesso di Dio, in attesa di incontrarlo faccia a faccia.
Il Vangelo ci ricorda che questo dono è grande e va custodito: «L’uomo non separi ciò che Dio ha unito». Non solo voi, ma tutti noi abbiamo la responsabilità di custodire questa immagine, questa testimonianza, questa manifestazione dell’amore di Dio che vediamo oggi in voi. Lo faremo insieme, sicuri che il Signore vi accompagna sempre, perché Lui è con voi, oggi e per sempre. E per questo lo ringraziamo di cuore.