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Partecipare a un pellegrinaggio nella Chiesa universale suscita un profondo senso di appartenenza. Il cammino verso la tomba dell'Apostolo Pietro, insieme a una moltitudine di fedeli, richiama l'immagine di un popolo immenso in marcia. Questa esperienza è illuminata dalle letture del giorno, in particolare dal versetto di Isaia: "Colui che ha misericordia di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti d'acqua" (Is 49,10).

Dio è il motore della nostra speranza, colui che ci prende per mano con la sua misericordia e ci conduce alle sorgenti d'acqua viva. Isaia descrive un popolo in cammino da ogni direzione, afflitto dalla fame e dalla sete, ma che trova ristoro e gioia grazie alla guida del Signore. Questo cammino non è solo geografico, ma anche esistenziale: siamo chiamati a uscire da ogni prigionia, da ogni sofferenza, per abbandonarci alla consolazione divina. Dio non abbandona mai il suo popolo, proprio come una madre non può dimenticare il proprio bambino. Anche nei momenti più difficili, tutto trova il suo posto nella grande regia della misericordia divina.

Dalla morte alla vita: un cammino di speranza

La misericordia di Dio è la sua essenza più profonda, il suo amore viscerale per l’umanità, come ci ricorda il Salmo: "Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore" (Sal 144,8). L’Apostolo Giovanni nel Vangelo sottolinea che ascoltare e seguire questa guida è un passaggio dalla morte alla vita: "Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna" (Gv 5,24).

Tornare a casa dopo un pellegrinaggio significa portare con sé questa speranza, perché Dio dona la vita, la luce e la consolazione. Il cammino non è sempre facile, ma Dio è sempre presente. Come San Pietro, che inizialmente si allontanava dalla città per poi tornare a offrire la propria vita, anche noi siamo chiamati a vivere il dono della nostra esistenza in piena adesione alla volontà del Padre. In questo si trova il segreto della vera gioia e della felicità autentica.

Gesù ci mostra che il suo agire è strettamente legato a quello del Padre: "Il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre" (Gv 5,19). Accettare questa verità significa abbandonarsi con fiducia alla volontà divina, certi che in essa troviamo la vita piena.

Infine, il pellegrinaggio si conclude con un ringraziamento sincero al Signore e con l’invito ad affidarci alla sua guida misericordiosa, lasciandoci prendere per mano con fiducia e speranza.