Gesù pone una domanda forte e diretta: “Volete andarvene anche voi?” È un’interrogazione che oggi tocca profondamente il cuore, soprattutto nel contesto di un Vangelo in cui molti discepoli si tirano indietro, non seguono più il Maestro. Le ragioni di questo abbandono sono molteplici: parole considerate troppo dure, come quelle sul pane di vita ascoltate nei giorni precedenti, o lo scandalo causato da affermazioni che spostano il senso dal materiale allo spirituale, come quando Gesù dice che è lo spirito a dare la vita, mentre la carne non giova a nulla.
Le parole di Gesù sono spirito e vita, ma per comprenderle serve la fede. Egli conosce i cuori di tutti, anche di chi lo avrebbe tradito. Questo lascia spazio a una riflessione personale: anche noi, nelle nostre vite, vediamo persone allontanarsi dalla fede – familiari, amici, o noi stessi nei momenti di dubbio, crisi, difficoltà relazionali.
In questo clima di incertezza, risuona con forza la risposta di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.” Una risposta che non nasce da una logica razionale, ma da un’esperienza profonda. Pietro ha ascoltato e vissuto la parola di Gesù, è stato attratto da essa. Anche se il cammino è segnato da alti e bassi – come mostra il Vangelo di domenica scorsa, in cui Gesù chiede: “Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?” – ciò che conta è il desiderio di seguire Gesù, perché è il Padre stesso che attira verso il Figlio.
La parola che seduce il cuore
La parola di Gesù è lo strumento principale con cui il cuore del discepolo viene attratto. L'affermazione di Pietro non è un atto isolato: è la conseguenza dell’ascolto di parole che danno vita. Ma questo ascolto è vivo in noi oggi? La tentazione di andarsene, o una fede che si affievolisce, può derivare proprio da un rapporto debole con la Parola di Dio.
Quando la mia preghiera si fa distratta, stanca o viene sostituita da altro, viene meno il dialogo con Dio. Ed è allora che l’allontanamento si fa più vicino. L’esperienza della Chiesa, come descritta negli Atti degli Apostoli, offre un’immagine diversa e luminosa: una comunità che cammina nel timore del Signore e cresce con il conforto dello Spirito Santo.
In questo cammino, la parola ha un potere concreto e trasformante: Pietro dice ad Aenea “Gesù Cristo ti guarisce”, e a Tabità “alzati”. La parola del Signore guarisce, ridona vita anche nelle nostre morti interiori.
Restare con Lui, atto d’amore e di fede
Nel cuore del messaggio si trova il dono più grande che Gesù ci consegna: il tesoro del suo amore. Non vogliamo andarcene, vogliamo restare con Lui. La domanda di Gesù e la risposta di Pietro ci guidano a rinnovare il nostro atto di fede e d’amore in questa Eucaristia. Da chi andremo? Solo Lui ha parole di vita eterna.