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"Si tratta di un utilizzo non autorizzato della mia interpretazione di 'Danger Zone'. Nessuno mi ha chiesto il permesso, che avrei negato, e chiedo che la mia registrazione su questo video venga rimossa immediatamente."
Ferma, decisa e determinata.
È la richiesta che Kenny Loggins ha inviato alla Casa Bianca dopo che Trump aveva utilizzato la sua musica come colonna sonora del video, generato con l’intelligenza artificiale, in risposta alla protesta No Kings che ha riempito sabato scorso le piazze americane.
Prima la sigla e poi ne parliamo davanti al solito caffè.

[SIGLA]

Il video ha fatto il giro del mondo suscitando reazioni diverse dal divertimento all’ironia, passando per la critica e lo stupore.
Donald Trump, Presidente degli Stati Uniti d’America, alla guida di un aereo da combattimento di quelli protagonisti di Top Gun, celeberrimo film con Tom Cruise che scarica tonnellate di una sostanza marrone facilmente identificabile sui manifestanti che invocano rispetto per la libertà e la democrazia.
La colonna sonora del video era Danger Zone, già colonna sonora proprio di Top Gun, interpretata da Kenny Loggins.
Ma una cosa è la propria musica che fa da colonna sonora a un film campione di incassi e una cosa completamente diversa è se finisce, complice anche l’intelligenza artificiale, a fare da colonna sonora a un video nel quale il tuo Presidente, alla cloche di un jet da guerra ricopre di escrementi i suoi oppositori.
"Non riesco a immaginare perché qualcuno dovrebbe volere che la propria musica venga usata o associata a qualcosa creato con il solo scopo di dividerci. Troppe persone stanno cercando di separarci e dobbiamo trovare nuovi modi per unirci. Siamo tutti americani e siamo tutti patriottici. Non esiste un 'noi e loro': non è quello che siamo, né quello che dovremmo essere. Siamo tutti noi. Siamo tutti sulla stessa barca e spero che possiamo abbracciare la musica come un modo per celebrare e unire ognuno di noi".
Sono le parole con le quali il cantautore americano ha pubblicamente spiegato la sua decisione di richiedere l’immediata rimozione della sua musica dal video pubblicato dalla Casa Bianca.
Difficile non condividerle.
Difficile non essere d’accordo.
È, d’altra parte, quello che da questa parte dell’oceano chiamiamo diritto morale d’autore.
L’autore e solo l’autore può decidere chi può fare cosa con la propria musica.
È un fatto, innanzitutto, di identità personale, specie quando l’utilizzo dell’altrui musica può dare a pensare che l’associazione sia figlia di una condivisione da parte dell’autore del contenuto al quale è associata.
Eppure, specie da quando la generazione di contenuti multimediali artificiali impazza il fenomeno dell’associazione di musica a questo o quel contenuto, un’associazione, normalmente, priva di qualsiasi preventiva autorizzazione.
E non è tanto e soltanto una questione di soldi, di diritti pagati o non pagati, di licenze.
Ma anche e soprattutto, proprio come la storia di Kenny Loggins e del video di Trump suggerisce una questione di principio, di ideali, di identità personale, di messaggi che non si condividono e ai quali non si vuole essere associati.
Una questione, spesso, sin qui, sottovalutata, anzi, di frequente dimenticata.
C’è da augurarsi che l’inciampo della Casa Bianca e la pronta e bella reazione di Loggins, valgano a sollevare il problema e a correre ai ripari.
E, naturalmente, quello che vale per la musica, vale anche e a maggior ragione per l’immagine di chicchessia che non dovrebbe poter essere utilizzata per generare qualsivoglia tipo di contenuto che veicoli messaggi, battute e dichiarazioni nei quali il titolare dell’immagine non si riconosce, che non gli appartengono, ai quali semplicemente non vuole essere associato.
Ne parlavo proprio nell’episodio di ieri a proposito della decisione di OpenAI di bloccare l’utilizzo dell’immagine di Martin Luther King per la generazione artificiale di video attraverso Sora.
Il problema è analogo.
Ma il caffè sta diventando americano, proprio come queste vicende ed è tempo di fermarmi.
Buona giornata e, naturalmente, good morning privacy.