Settimana del 29 Gennaio
biVio
Suoni e contaminazioni cosmopoliti
I biVio, sono un progetto musicale di Natalia Bacalov (voce e violoncello), Martin Sevrin (voce e chitarra) e Homero Prodan (voce e basso) e Lorenzo Capparucci (batteria e percussioni), sono una formazione franco-italo-argentina in giro dal 2018. Mescolano con una certa eleganza sonorità rock ed elettroniche, non disdegnando momenti più acustici. Loro, di esperienza, iniziano ad averne: la loro carica li ha portati a calcare il palco dello Sziget a Budapest
Una sinergia incredibile per questa formazione cosmopolita nata a Parigi, dall’incontro tra Natalia e Martin e consolidata a Roma con l’aggiunta di Homero, di origine argentina, e dell’italiano Lorenzo . Ed è proprio grazie all’intreccio di atmosfere acustiche e bagliori rock che sono usciti vincitori, all’interno della categoria Songwriting Heroes, dell’ultima edizione di LazioSound, il programma di Regione Lazio a sostegno della musica under35, grazie a cui sono poi riusciti a calcare i palchi dello Sziget Festival di Budapest e del MEI di Faenza.
Nel 2023 è uscito anche il primo singolo scritto in italiano della band: Cadere più in alto, con la produzione artistica di Marta Venturini, una delle esponenti più simboliche della scena cantautorale romana e che, insieme a Galeffi, componeva la giuria della categoria Songwriting Heroes.
A ottobre 2023 è uscito il nuovo brano Bodigo mentre sono in uscita li video delle versioni live di loro brani come Chrysalis e Aurore eseguiti dal vivo questa estate all’Auditorium parco della Musica di Roma, nella loro esibizione in apertura al concerto degli Interpol.
Per la rubrica #MusicaDiSerie si parla della serie Netflix The Diplomat.
La serie Netflix, The Diplomat è al tempo stesso ingegnosa, un po’ stile soap opera e strampalata. Insomma, una serie nella quale si percepiscono molte influenze, ma capace tuttavia di camminare sulle proprie gambe con la sua strana andatura.
Gran parte del registro di The Diplomat può trovare una spiegazione nel curriculum della sua creatrice. Debora Cahn ha scritto per The West Wing, Grey's Anatomy e Homeland, una convergenza quasi perfetta di rigore deontologico e intrecci relazionali di matrice esclusivamente televisiva. Cahn riesce a sintetizzare in un modo avvincente tutte le sue competenze per The Diplomat, che vede Keri Russell indossare i panni della protagonista Kate Wyler, una caparbia stratega del dipartimento di Stato americano che di solito si muove in zone di guerra difficili ma che, grazie a un gioco politico successivo a un attacco terroristico, viene insediata come nuova ambasciatrice degli Stati Uniti nel Regno Unito.
La stagione gira nella sostanza intorno al fatto che Kate si trova in un luogo relativamente poco interessante in un momento decisamente interessante. Una portaerei britannica è stata bombardata in mare, ma non si conoscono né il movente né i responsabili. Il mondo sospetta l'Iran, ma Kate e il suo gruppo non ne sono così sicuri. Riuscirà Kate a tenere a bada l’aggressività di un inetto primo ministro britannico (interpretato da Rory Kinnear con arguta viscidità di stampo “Oxbridge”) e impedire al proprio Paese di entrare in un'altra inutile e rovinosa guerra? Questo è l'interrogativo, nient’affatto secondario, della serie, capace comunque di tenere insieme l’estro satirico di uno Iannucci con la precisione e la profondità, talvolta pesante, di Sorkin, celebrato autore di The West Wing e Social Network.