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Description

La storia di come gli albi illustrati di Leo Lionni arrivino in Italia e di come il pubblico italiano abbia imparato a conoscere ed amare questo nuovo genere letterario, ha a che fare con Rosellina Archinto e la sua casa editrice, Emme edizioni. Rosellina Archinto è una giovane signora bionda, bella e coraggiosa che a quel tempo ha cinque figli piccoli, un grafico di fiducia, Salvatore Gregorietti, e la redazione editoriale della sua casa editrice nel salotto di casa. Durante il suo viaggio negli Stati Uniti, Rosellina, aveva scoperto, rimanendone conquistata, albi illustrati per bambini lontani anni luce dai libri per bambini comuni in Italia: sono libri dai “segni nuovi” e dalle “storie stravaganti”.Storie illustrate che abbandonano o rovesciano l’idea che il libro per bambini debba contenere buoni esempi, ammonimenti, insegnamenti morali, famiglie impeccabili e perfette.Rosellina comprende immediatamente l’importanza pedagogica di offrire ai bambini proposte divergenti, non omologabili, né omologanti, trame che problematizzano invece che semplificare la realtà. Nella sua idea offrire un albo illustrato non significa proporre una storia per educare, per insegnare qualcosa o mostrare un esempio virtuoso, significa invece dare uno strumento di esplorazione al contempo fantastica, fisica e interiore.L’obiettivo di Rosellina è di fare libri rivolti alla prima infanzia, ai bambini che non sanno ancora leggere; libri che abbiano immagini e testi di alto livello artistico e letterario; libri scelti, tradotti e pubblicati con la stessa cura e ricerca di eccellenza dedicata alla letteratura. È così che in Italia arriva, prima, Piccolo Blu e Piccolo Giallo (USA 1959, Italia 1967) e, nel 1975, Pezzettino.

In questo episodio leggiamo insieme un brano tratto dall’albo illustrato Pezzettino.
Pezzettino è una storia che parla di ricerca dell’identità, di pace, dell’importanza della collettività per crescere ed esprimere sé stess*.Attraverso l'immagine di un quadratino arancione che saltella tra le pagine, Lionni, rappresenta l'unicità e l'accettazione di sé. Il confronto con costruzioni formate da tanti pezzetti colorati valorizza la diversità come ricchezza, ma rende, al tempo stesso, evidente quanto sia inutile e frustrante il giudizio.La scomposizione di Pezzettino in tanti pezzetti vuol dire che ognun* di noi è tate cose, che le etichette non bastano e non esauriscono tutto ciò che siamo, che possiamo essere amarci per quello che siamo. Potrebbe essere l'affermazione del principio "divieni chi sei" (citazione da un'ode di Pindaro ricorre con una frequenza certo non casuale negli scritti nietzschiani): prova, fai, sperimenta, dai ascolto ai tuoi bisogni, non avere paura di mostrarti ed essere chi sei. Ognun* di noi è unico e perfettamente imperfetto così com'è.