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L'Incontro tra Psicoterapia e Lingua dei Segni: Un Approccio Innovativo alla Comunicazione.
Ne parliamo con la dott.ssa Valentina Colozza

La psicoterapia e la lingua dei segni possono sembrare due mondi separati, ma nel corso degli anni si è scoperto quanto possano intersecarsi per offrire nuove opportunità di comunicazione a chi ne ha bisogno. L'esperienza di una psicoterapeuta sistemico-familiare con una specializzazione in ambito infantile ha dimostrato come queste due discipline possano fondersi, dando vita a un innovativo metodo di intervento per bambini e ragazzi non verbali. Un'Esperienza che Ha Dato Vita a un Nuovo Metodo L'inizio di questo percorso è stato segnato dall'incontro con una famiglia la cui figlia, affetta da una sindrome rara, non era in grado di parlare. La necessità di sviluppare una modalità di comunicazione efficace ha portato alla sperimentazione dell'uso della lingua dei segni all'interno di un percorso psicoterapeutico. L'integrazione di questi due strumenti si è rivelata vincente, consentendo alla ragazza di esprimere i propri bisogni e di migliorare il suo benessere emotivo. Cosa Significa "Non Verbale"? Il termine "non verbale" è spesso oggetto di discussione. Alcuni preferiscono il termine "non vocale", in quanto la lingua dei segni è considerata comunque una forma di comunicazione verbale. La caratteristica della non verbalità attraversa numerose condizioni di salute e disabilità, dalle difficoltà fisiche e organiche (ad esempio, problemi oro-buccali o muscolari) fino a condizioni genetiche più complesse. Tuttavia, la letteratura scientifica non fornisce ancora dati precisi sulla frequenza di queste condizioni. L'Associazione e il Lavoro sul Territorio L'associazione nata da questa esperienza ha la sua base a Roma, nel quartiere di San Giovanni, ma opera su tutto il territorio nazionale. Le famiglie si recano al centro per una prima valutazione, dopodiché viene organizzata un'équipe locale che segue l'intervento specifico nella città di residenza della famiglia. Questo modello di lavoro garantisce un supporto continuo, con follow-up e raccordi genitoriali gestiti dal case manager di riferimento. Tuttavia, la ricerca di operatori specializzati è una sfida complessa. Alcune città presentano una grave carenza di educatori e insegnanti, rendendo difficile la creazione di équipe locali. Inoltre, le differenze tra le regioni italiane in termini di servizi e assistenza sono spesso marcate. Per esempio, nel Lazio esiste un bonus per le famiglie con disabilità, denominato "Family", che non è presente in altre regioni. Le Difficoltà nell'Interazione con le Istituzioni Uno degli ostacoli più grandi per l'inclusione della lingua dei segni nei percorsi di supporto è rappresentato dalla resistenza di alcune istituzioni. La figura del neuropsichiatra è fondamentale per sbloccare risorse e servizi, ma in alcuni casi si riscontrano atteggiamenti di chiusura nei confronti di metodologie alternative alla comunicazione verbale. In alcune situazioni, nonostante le evidenze positive, gli specialisti hanno rifiutato di riconoscere la lingua dei segni come strumento valido, costringendo le famiglie a trovare soluzioni alternative a proprie spese. Conclusioni L'integrazione tra psicoterapia e lingua dei segni rappresenta una risorsa preziosa per migliorare la qualità della vita delle persone non verbali e delle loro famiglie. Tuttavia, per garantire un accesso equo ai servizi, è necessario sensibilizzare maggiormente le istituzioni e ridurre le disparità regionali. Il lavoro svolto dall'associazione dimostra come sia possibile creare una rete di supporto efficace, ma servono più risorse e una maggiore apertura da parte del sistema sanitario e scolastico per poter offrire a tutti i bambini e ragazzi la possibilità di comunicare e crescere nel miglior modo possibile.